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Un
cloze allincontrario
Leonardo Gandi
La procedura cloze è nota: si prende
un testo, si tolgono alcune parole secondo determinati criteri, lo studente le reinserisce
e ciò facendo si interroga sulle possibilità della lingua.
Un effetto simile si può
ottenere facendo in modo che lo studente, per così dire, crei dei vuoti anziché
colmarli. Il punto è però che il testo crivellato continui a essere un testo, resti
cioè coeso, coerente e la grammatica torni ma avrà certamente un significato
diverso (1).
Come si fa?
Per prima cosa bisogna procurarsi un testo, piuttosto breve, non oltre le 60/70 parole. Il
testo dovrebbe essere una ministoria, non importa quanto strampalata. La cosa più comoda
è scriversela. Ci può pensare linsegnante, lo possono fare gli studenti (vedi la
Nota in fondo). Il maniaco dellautenticità può mettersi a cercare in giro,
anche se il genere "ministoria" del tipo che ci serve non è molto diffuso.
Quando il testo è alla lavagna, si dice
agli studenti che ora ridurranno la storia al minor numero possibile di parole idealmente
una parola sola.
Le regole sono:
si possono eliminare al massimo tre parole consecutive;
non si possono aggiungere, cambiare, spostare parole, modificare terminazioni
(uneccezione si può fare, volendo, per la punteggiatura);
il testo, dopo ogni eliminazione, deve restare grammaticalmente corretto e sensato
(benché, come detto, acquisti un senso diverso).
Una procedura è questa:
uno studente suggerisce la parola o le parole da eliminare;
linsegnante la/le cancella senza commentare;
lo studente è invitato a leggere il testo ridotto;
se torna (se cioè la frase resta corretta e sensata), si va avanti con un altro
studente;
se non torna, può accorgersene lo studente stesso, rileggendo, e allora
linsegnante riscrive la parte cancellata;
se lo studente non se ne accorge, si chiede lopinione degli altri;
se nessuno vede il problema linsegnante riscrive la parte cancellata e passa
alla studente successivo.
Come dicevo, lideale sarebbe poter
ridurre il testo a una parola (è più divertente). Ma non sempre è possibile, e non è
obbligatorio, dipende dal testo di partenza. Se è linsegnante a scrivere il testo,
avrà prima fatto una prova di riduzione lui stesso e perciò saprà che si può arrivare
a una parola sola. Se lo scrivono gli studenti, si sta a vedere che succede.
Finita la progressiva estinzione del testo,
si può proporre un processo inverso di ricostituzione, mirando a riottenere il testo di
partenza dalla parola superstite oppure a inventare un altro testo, sempre seguendo le
regole indicate per leliminazione, cioè aggiungere al massimo tre parole
consecutive ecc.
Le questioni grammaticali e di coesione
testuale su cui gli studenti sono sfidati a misurarsi in questa attività sono in buona
parte imprevedibili, perché dipendono dalle proposte di eliminazione avanzate dagli
studenti. Ciò non toglie che, se linsegnante vuole, si possano proporre testi in
cui sarà inevitabile imbattersi in punti grammaticali di sua scelta.
Trascrivo due ministorie, o minideliri,
buttate giù da me in trenta secondi a partire da alcune parole "dettate
dallinconscio" (evidentemente il cibo, vedrete, è una mia ossessione) e senza
pensare allobiettivo di ridurle a una sola parola. Miracolosamente, si sono
rivelate capaci di tanto. Contengono dunque tutti i mezzi di autodistruzione: allo
studente, e al lettore, il saperli trovare. Vi invito a provarci.
1. (Parole di partenza: pane, cestino,
commesso, bicicletta, chiave)
Stamani non ho potuto comprare il pane perché ho perso la chiave del lucchetto
della mia bici. E così ho telefonato al commesso del fornaio per farmelo mandare a casa.
Il nuovo cestino che avevo comprato per fare la spesa per oggi è rimasto vuoto. |
2. (Parole di partenza: gatto, brioches,
giornale, casa)
Un gatto rosso esce di casa una mattina e dice al suo padrone:
"Vado a prendere il giornale. Ti serve qualcosa?"
"Be, non so" risponde il padrone. "Forse puoi comprare un
litro di latte".
"Lo vuoi intero o magro?" fa il gatto rosso.
E il padrone:
"Come preferisci tu".
Il gatto ci pensa un po, poi dice:
"Devo prendere anche due brioches?" |
Nota
Per far scrivere il testo agli studenti
si può fare così: si scrivono alla lavagna 4/5 parole generatrici e si chiede di
comporre una ministoria (minimo una quarantina di parola, diciamo, massimo 60/70) usando
quelle parole. Quando i testi sono scritti, se ne estrae uno a sorte, lo si trascrive
comè alla lavagna e si procede a un editing collettivo fino ad arrivare a un
testo corretto. Questa fase di scrittura e editing è meglio svolgerla in una
lezione precedente.
(1) Trovo questa idea in M. Rinvolucri, Grammar Games,
Cambridge University Press, 1996 (1a ed. 1984), pp. 59-60. [torna al testo]
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