Grazia Biorci,
Lucia Ferlino, Micaela Rossi, Imparare dai bambini (prefazione di Tullio De Mauro)
Genova, Compagnia dei Librai, 2003
Il volume Imparare dai bambini rappresenta
il punto di arrivo di unesperienza didattica realizzata a Genova tra il marzo e il
giugno del 2000, nata dallincontro di un gruppo di ricercatori interessati ad
indagare le dinamiche con cui i bambini fanno proprio il mondo attraverso il linguaggio, e
un gruppo di maestre elementari determinate a rendere lo studio della lingua italiana meno
rigido e più giocoso per i loro piccoli alunni. Presupposto di fondo era quello di
indagare le modalità definitorie che i bambini utilizzano quotidianamente per descrivere
le parole. Molto spesso, infatti, i bambini elaborano un codice particolare, che potrebbe
sembrare imperfetto e immaturo agli occhi di un adulto, ma che si rivela estremamente
efficace per gli scambi tra pari: una definizione che a mamma o papà può sembrare
"sbagliata", è solitamente recepita favorevolmente dai bambini. La via
privilegiata per laccesso al senso assume quindi spesso la forma di un
"errore", almeno dal punto di vista degli adulti. Lipotesi fondamentale,
che ha condotto questa ricerca, è che solo attraverso lanalisi della produzione
spontanea si possono riconoscere le costanti fondamentali del codice definitorio dei
bambini, e che queste costanti possono essere sfruttate per elaborare nuove attività di
didattica del lessico.
Per analizzare le strategie di definizione delle
parole, le tattiche comunicative, per comprendere meglio tecniche e chiavi daccesso
al mondo delle parole, gli alunni delle scuole pilota genovesi sono stati invitati a
costruire il loro dizionario spontaneo, scegliendo le parole che conoscevano
meglio, fornendo definizioni ed esempi. Il dizionario, che occupa la prima parte del
volume, rappresenta uno specchio del linguaggio e della visione del mondo dei bambini
genovesi attraverso le loro parole e definizioni spontanee: uno spaccato della loro vita
di tutti i giorni (lIVA sono i soldi che ci aggiungono; lavvocato è
uno che si impiccia degli affari degli altri), del loro modo di pensare (signorina
è una persona grande e giovane e lo può restare al massimo fino a 29 anni), delle
nostre tradizioni (nonna, quando mi fai i frixieû?), dei loro sentimenti e delle
loro paure (laffetto è quando ti vengono a vedere a una partita).
La seconda parte del volume contiene invece una guida
alluso delle parole, elaborata dalle autrici sulla base delle definizioni
spontanee, che non vuole essere unennesima raccolta di "battute" per far
sorridere gli adulti sulle stranezze dei bambini, ma una sorta di collaborazione tra
grandi e piccoli. Il fine è di far emergere e perché no? di
"rubare" ai bambini le loro strategie, le loro tattiche comunicative. Insomma, imparare
dai bambini, elaborando una didattica della lingua che sia di impatto immediato,
modellata su modalità di conoscenza della realtà e su schemi concettuali tipici
dellinfanzia. Le attività proposte sono focalizzate sul significato delle parole,
non sulla grammatica o sulla sintassi della frase, in modo che i piccoli lettori possano
trovare "gusto" nel giocare con le parole, divertendosi attraverso gli spunti
suggeriti dai loro coetanei.
Il volume nel suo complesso rappresenta una
proposta nuova per insegnanti e genitori, uno strumento per imparare dai bambini e per
aiutare altri bambini a imparare meglio la lingua italiana.
Marilù Cagliari