NICOLETTA CHERUBINI, DIAPASON!
L'ITALIANO LINGUA SECONDA NELLA SCUOLA DI BASE
(Guida per l’insegnante + Libro dello studente + cd-rom), Guerra,
Perugia 2003, pp. 222+182
Riflessioni in margine ad una
discussione in atto (Maria Laura Pierattini, Secondo circolo Didattico di
Scandicci, Firenze)
Sono entrata in contatto con l’autrice del
manuale quando stavo cercando strumenti che mi consentissero di gestire il
mio inserimento in una classe difficile e per questa ragione ho seguito il
suo corso di aggiornamento su comunicazione efficace e gestione dei
conflitti. Sperimentando in classe le attività sullo sviluppo
dell’intelligenza emotiva contenute in “Diapason!”, mi sono resa
conto di quanto le strategie didattiche fossero la premessa necessaria a
ciò che avevamo detto e fatto nel corso. Infatti, come insegnante, mi sono
trovata a riflettere su un tema che mi sembra centrale: nella scuola oggi
abbiamo a che fare con bambini "nuovi" che ci pongono davanti a problemi
"nuovi", problemi che attengono al nostro modo di vivere e di intendere la
scuola. Per esempio: come stimolare la loro attenzione, come attivare
processi di apprendimento che loro stessi possano sviluppare in modo
consapevole e personale?
Nella classe difficile di cui riferivo all'inizio, abbiamo sperimentato
con la collega un percorso laboratoriale di alfabetizzazione emotiva sulla
rabbia, ispirandoci sia alle unità della Sezione 13 di Diapason!,
sia alle conoscenze acquisite durante il corso. E' stata un'esperienza che
abbiamo anche documentato per iscritto e che ci è servita molto per capire
le dinamiche in gioco nel gruppo classe e per arrivare alla consapevolezza
della diversità emotiva come valore condiviso.
L'elemento fondamentale su cui il libro aiuta a riflettere, secondo il mio
punto di vista, è la necessità di lavorare sui curricola e di creare
quella didattica laboratoriale di cui tanto si parla adesso. Il lavoro di
progettazione che vi è esposto è un modello utilizzabile per quanto
riguarda il cambiamento richiesto dall'applicazione delle Indicazioni
nazionali per i Piani di studio personalizzati: scelta degli obiettivi
formativi, atteggiamento laboratoriale della progettazione didattica,
documentazione e valutazione. In più è proprio rivedendo il nostro
approccio alla didattica, che potremo migliorare la comunicazione in
classe e quindi il clima relazionale, potremo cioè avvicinare i nostri
codici a quelli di questi "nuovi" bambini che ci pongono problemi ai quali
dare risposte innovative. La valorizzazione che questo libro fa delle
intelligenze multiple degli alunni, unita allo svolgimento, nel suo
impianto, di vere e proprie unità di apprendimento, mi fanno riflettere
sui temi che stiamo affrontando adesso in vista del cambiamento richiesto
dalla Riforma.
Le procedure metodologiche suggerite nel manuale possono rappresentare un
modello da utilizzare in modo flessibile e autonomo nel fare scuola
quotidianamente.
Tutti noi insegnanti e collegi di docenti siamo adesso impegnati in questo
lavoro, nella discussione in ogni scuola su come applicare la legge 53 e
quindi sulle reali modalità con le quali tradurre le innovazioni
richieste. Non è un lavoro da poco, per questo ben vengano manuali come
Diapason! che ci aiutano a cercare e ci stimolano a creare una nuova
geografia cognitiva dove la valorizzazione della diversità diventa
l'elemento cardine sul quale impiantare un nuovo modo di fare scuola, modo
che non riguarda solo l'insegnamento dell'italiano L2. Ecco perché un
libro inteso come sperimentazione per l'insegnamento dell'italiano L2 può
diventare una proposta di rottura di metodo spendibile per qualsiasi
revisione curricolare.
Esperienze con Diapason! (Teresa Cozza, Scuola Elementare di Sieci,
Firenze)
Esce fuori dallo
schema tipico della guida didattica, il volume di Nicoletta Cherubini che
associa ad una sostanza rigorosamente scientifica una forma
straordinariamente chiara e immediata. Ogni attività, ogni gioco (così
vengono vissute dagli alunni anche le proposte più impegnative del
manuale) sono dettagliati, circostanziati e, che si tratti di Napoleone,
delle balene o dei cerchi, sortiscono il medesimo effetto: l’attenzione
degli alunni è tutta lì, desta, mirata al raggiungimento di uno scopo
immediato (il gioco) ma condotta con levità fino ad uno scopo più remoto e
ben più duraturo -l’apprendimento.
A questo serve, d’altronde, il diapason: nel silenzio del suo camerino, il
“primo violino” lo percuote , lo ascolta e riascolta suonando il suo
strumento, seguendo la sua nota più e più volte, fino ad accordarlo. Nella
cavea, passerà questa nota, una “famiglia” strumentale per volta, a tutta
l’orchestra che si accorderà a sua volta, con lo straordinario miracolo di
armonia che si ripete ad ogni esecuzione.
Nelle mani di un insegnante, questo Diapason propone note sempre
diverse, imperniate a volte sulla scorta e l’espressione di emozioni e
sentimenti, a volte su fatti, su fenomeni che possono essere raccontati,
imparati, manipolati, sempre con allegria, sempre con la fantasia del
“Facciamo finta che…”. E in classe non c’è un suono stonato, non uno
strumento muto, anche quando ci sono le pause o uno proprio è intimidito:
gli occhi dicono che l’alunno “c’è”. In questa orchestra non solo possono
suonare strumenti che non sono nati per le sinfonie, ma il Diapason
stesso è fatto apposta perché essi riescano a farlo.
Individualmente un alunno straniero non riuscirebbe mai a scrivere da solo
una frase?
Con una parola, una sola, potrà far parte di un gruppo, contribuire alla
creazione di una poesia.
La parola scritta gli dice poco?
Gli
pseudo-ideogrammi lo libereranno
dall’impaccio dell’alfabeto.
Ogni lezione, ogni proposta, avrà sull’intera classe un effetto diverso da
alunno ad alunno e da un livello all’altro, ma alla fine dell’attività il
prodotto sarà sempre più o meno collettivo, affinché gli alunni non
restino soli di fronte al giudizio degli altri, di fronte alla misura del
lavoro svolto; ognuno avrà comunque dato e ricevuto più di quanto non
pensasse di poter dare o ricevere prima della lezione. E, se nel suo corso
avrà dato una risposta sbagliata, l’approccio di questo manuale gli farà
capire che sbagliata era la nota, non il musicista, e che lo strumento si
può sempre accordare…