L'italiano a stranieri

 

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Redazione:
Elisabetta Jafrancesco    
Massimo Maggini
Fiorenza Quercioli

 

Webmaster:

Massimo Maggini

 

QUADRIMESTRALE A CURA DI

N. 10
Gennaio-marzo 2005
numeri precedenti

Insegnanti Italiano Lingua Seconda Associati


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NICOLETTA  CHERUBINI, DIAPASON! L'ITALIANO LINGUA SECONDA NELLA SCUOLA DI BASE (Guida per l’insegnante + Libro dello studente + cd-rom), Guerra, Perugia 2003, pp. 222+182

  Riflessioni in margine ad una discussione in atto  (Maria Laura Pierattini, Secondo circolo Didattico di Scandicci, Firenze)

 Sono entrata in contatto con l’autrice del manuale quando stavo cercando strumenti che mi consentissero di gestire il mio inserimento in una classe difficile e per questa ragione ho seguito il suo corso di aggiornamento su comunicazione efficace e gestione dei conflitti. Sperimentando in classe le attività sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva contenute in “Diapason!”, mi sono resa conto di quanto le strategie didattiche fossero la premessa necessaria a ciò che avevamo detto e fatto nel corso. Infatti, come insegnante, mi sono trovata a riflettere su un tema che mi sembra centrale: nella scuola oggi abbiamo a che fare con bambini "nuovi" che ci pongono davanti a problemi "nuovi", problemi che attengono al nostro modo di vivere e di intendere la scuola. Per esempio: come stimolare la loro attenzione, come attivare processi di apprendimento che loro stessi possano sviluppare in modo consapevole e personale?
Nella classe difficile di cui riferivo all'inizio, abbiamo sperimentato con la collega un percorso laboratoriale di alfabetizzazione emotiva sulla rabbia, ispirandoci sia alle unità della Sezione 13 di Diapason!, sia alle conoscenze acquisite durante il corso. E' stata un'esperienza che abbiamo anche documentato per iscritto e che ci è servita molto per capire le dinamiche in gioco nel gruppo classe e per arrivare alla consapevolezza della diversità emotiva come valore condiviso. 
 L'elemento fondamentale su cui il libro aiuta a riflettere, secondo il mio punto di vista, è la necessità di lavorare sui curricola e di creare quella didattica laboratoriale di cui tanto si parla adesso. Il lavoro di progettazione che vi è esposto è un modello utilizzabile per quanto riguarda il cambiamento richiesto dall'applicazione delle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati: scelta degli obiettivi formativi, atteggiamento laboratoriale della progettazione didattica, documentazione e valutazione.  In più è proprio rivedendo il nostro approccio alla didattica, che potremo migliorare la comunicazione in classe e quindi il clima relazionale, potremo cioè avvicinare i nostri codici a quelli di questi "nuovi" bambini che ci pongono problemi ai quali dare risposte innovative. La valorizzazione che questo libro fa delle intelligenze multiple degli alunni, unita allo svolgimento, nel suo impianto, di vere e proprie unità di apprendimento, mi fanno riflettere sui temi che stiamo affrontando adesso in vista del cambiamento richiesto dalla Riforma.
Le procedure metodologiche suggerite nel manuale possono rappresentare un modello da utilizzare in modo flessibile e autonomo nel fare scuola quotidianamente.
Tutti noi insegnanti e collegi di docenti siamo adesso impegnati in questo lavoro, nella discussione in ogni scuola su come applicare la legge 53 e quindi sulle reali modalità con le quali tradurre le innovazioni richieste. Non è un lavoro da poco, per questo ben vengano manuali come Diapason! che ci aiutano a cercare e ci stimolano a creare una nuova geografia cognitiva dove la valorizzazione della diversità diventa l'elemento cardine sul quale impiantare un nuovo modo di fare scuola, modo che non riguarda solo l'insegnamento dell'italiano L2. Ecco perché un libro inteso come sperimentazione per l'insegnamento dell'italiano L2 può diventare una proposta di rottura di metodo spendibile per qualsiasi revisione curricolare.

  Esperienze con Diapason!  (Teresa Cozza, Scuola Elementare di Sieci, Firenze)

 Esce fuori dallo schema tipico della guida didattica, il volume di Nicoletta Cherubini che associa ad una sostanza rigorosamente scientifica una forma straordinariamente chiara e immediata. Ogni attività, ogni gioco (così vengono vissute dagli alunni anche le proposte più impegnative del manuale) sono dettagliati, circostanziati e, che si tratti di Napoleone, delle balene o dei cerchi, sortiscono il medesimo effetto: l’attenzione degli alunni è tutta lì, desta, mirata al raggiungimento di uno scopo immediato (il gioco) ma condotta con levità fino ad uno scopo più remoto e ben più duraturo -l’apprendimento.
 A questo serve, d’altronde, il diapason: nel silenzio del suo camerino, il “primo violino” lo percuote , lo ascolta e riascolta suonando il suo strumento, seguendo la sua nota più e più volte, fino ad accordarlo. Nella cavea, passerà questa nota, una “famiglia” strumentale per volta, a tutta l’orchestra che si accorderà a sua volta, con lo straordinario miracolo di armonia che si ripete ad ogni esecuzione.
 Nelle mani di un insegnante, questo Diapason propone note sempre diverse, imperniate a volte sulla scorta e l’espressione di emozioni e sentimenti, a volte su fatti, su fenomeni che possono essere raccontati, imparati, manipolati, sempre con allegria, sempre con la fantasia del “Facciamo finta che…”. E in classe non c’è un suono stonato, non uno strumento muto, anche quando ci sono le pause o uno proprio è intimidito: gli occhi dicono che l’alunno “c’è”. In questa orchestra  non solo possono suonare strumenti che non sono nati per le sinfonie, ma il Diapason stesso è fatto apposta perché essi riescano a farlo.
Individualmente un alunno straniero non riuscirebbe mai a scrivere da solo una frase?
Con una parola, una sola, potrà far parte di un gruppo, contribuire alla creazione di una poesia.
La parola scritta gli dice poco?
 Gli pseudo-ideogrammi  lo   libereranno  dall’impaccio dell’alfabeto.
Ogni lezione, ogni proposta, avrà sull’intera classe un effetto diverso da alunno ad alunno e da un livello all’altro, ma alla fine dell’attività il prodotto sarà sempre più o meno collettivo, affinché gli alunni non restino soli di fronte al giudizio degli altri, di fronte alla misura del lavoro svolto; ognuno avrà comunque dato e ricevuto più di quanto non pensasse di poter dare o ricevere prima della lezione. E, se nel suo corso avrà dato una risposta sbagliata, l’approccio di questo manuale gli farà capire che sbagliata era la nota, non il musicista, e che lo strumento si può sempre accordare…