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Lo "strabismo"
degli approcci umanistico-affettivi [pagina
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In una lezione di Suggestopedia per
l'apprendimento di una lingua straniera ci sono quattro fasi: Introduzione, Fase
analitica, Fase associativa, Fase di esercizi.
Nella fase detta Introduzione lo
studente viene fatto familiarizzare con il nuovo materiale per la prima volta.
Nell'organizzare questo incontro con il materiale è di particolare importanza creare una
condizione positiva per l'utilizzo delle riserve mentali di ogni partecipante. Una grande parte del materiale è memorizzato durante questa
fase. Il metodo suggestopedico attribuisce molta importanza alla memorizzazione durante il
processo di apprendimento (4) e le tecniche adottate
intendono agire sulla memoria a lungo termine. L'insegnante spiega il nuovo materiale
suggerendo con il suo comportamento che l'assimilazione del materiale è già iniziata e
risulterà facile e piacevole. Già durante questa fase vengono fissati il ricordo, la
riproduzione e la nuova produzione creativa del materiale dato, che ritroveremo nelle fasi
successive. Alcuni studenti, infatti possono già ripetere alcuni dei nuovi passaggi,
altri possono usarli in nuove varianti, mentre altri ancora possono unirli con il
materiale già conosciuto.
Nella fase analitica (Concerto
Attivo) l'insegnante legge il testo. Il brano narrativo viene letto accompagnato e
armonizzato dalla musica classica per stimolare e favorire la memoria. Alcune parti sono
state appositamente scritte per creare uno stato naturale di calma e relax che Lozanov
definisce "stato di relax psichico concentrante". La durata della lettura del
testo è di 45/50 minuti. Senza la musica la lettura dello stesso dialogo sarebbe molto
più veloce. Qui la musica comanda, regola il tempo e fissa l'attenzione percettiva degli
studenti ed elimina la preoccupazione per la comprensione della nuova lingua. Lo scopo di
questo esercizio è quello di far lavorare simultaneamente i due emisferi del cervello.
All'emisfero sinistro è diretto il testo scritto, all'emisfero destro il testo ascoltato
arricchito di tutte le risorse emotive della voce umana associata alla musica. Pertanto il
ruolo dellinsegnante è estremamente importante, deve convincere con la sua
performance "recitata" della bontà del metodo. Gli studenti seguono il dialogo
nei loro testi dove ciascuna lezione è tradotta anche nella loro madrelingua. Nella fase
associativa (Concerto Passivo) la lettura dello stesso testo è molto più
veloce rispetto alla prima parte del concerto. La musica di sottofondo è barocca. Gli
studenti ascoltano rilassati ad occhi chiusi senza più seguire il testo. Anche qui il
principio è quello di fare lavorare simultaneamente e in maniera equilibrata i due
emisferi cerebrali. Lo stato di relax psichico concentrante non è l'effetto
esclusivo della musica.
Se il dialogo è letto rapidamente è anche
per evitare che il rilassamento degli studenti non diventi troppo profondo e non abbia un
esito di ipnosi anche se leggera. La suggestopedia non è in alcun modo ipnosopedia
(cioè l'insegnamento che durante il sonno trasforma quest'ultimo in ipnosi).
La terza fase degli esercizi comprende le
diverse elaborazioni del materiale per attivarne l'assimilazione. L'elaborazione primaria
avviene il giorno dopo la sessione. Il tempo di questi esercizi è molto rapido. Il corso
procede a un ritmo molto vivace senza tempi morti. Gli allievi non hanno il tempo di
soffermarsi su eventuali difficoltà, vengono tenuti in una situazione di costante
attenzione sull'immediato.
La gran parte del nuovo materiale e la maggior parte della grammatica essenziale vengono
date nelle primissime lezioni. Linput linguistico offerto è molto ampio. In questo
modo, proprio all'inizio gli studenti hanno un'ampia scelta linguistica a loro
disposizione. L'insegnante rispetta queste tre regole:
- il tono di voce delle spiegazioni è sempre quello della conversazione,
spontaneo, molto rilassato;
- non vengono fatte agli studenti domande alle quali non possono rispondere con il
vocabolario appreso nei dialoghi del corso;
- l'insegnante evita di ripetere e non fa mai ripetere, almeno direttamente. Se
ritiene di dover riprendere una spiegazione data o insistere su una difficoltà, lo fa
sotto un'altra forma e generalmente non subito.
Inoltre la correzione è indiretta e in
genere si tende a non dare compiti da svolgere a casa.
Le attività suggerite prevedono il
coinvolgimento totale dellallievo: psichico e corporeo mediante il mimo, i giochi di
ruolo, la danza e la canzone.
Lozanov quando parla di contenuti
linguistici si riferisce esclusivamente al vocabolario e alle strutture grammaticali.
Ancora una volta non possiamo non
sottolineare come anche in questo metodo umanistico-affettivo si riscontri una debolezza e
unarretratezza di contenuti linguistici a fronte invece di una varietà e una
ricchezza di tecniche, procedure e suggerimenti sul piano pedagogico e psicologico.
Alcune delle nuove esperienze di
insegnamento suggestopedico tendono a integrare la parte più innovativa
dellapproccio psico-pedagogico di Lozanov con le attività linguistiche mutuate dai
metodi comunicativi.
Il Silent Way del pedagogista Caleb
Gattegno è un altro metodo di natura umanistico-affettiva.
Le riflessioni dello studioso, nato ad Alessandria dEgitto e collaboratore di
Piaget, si applicano allapprendimento in generale, dalla matematica
allalfabetizzazione di base, dalla lettura per sordomuti allapprendimento
delle lingue straniere. Le sue idee in campo pedagogico si sviluppano negli anni in cui è
prevalente nellinsegnamento linguistico il metodo audio-orale di marca
strutturalista in linguistica e neocomportamentista in psicologia e per molti aspetti
conservano ancora una loro attualità.
Possiamo sottolineare due principi base del
suo credo psico-pedagogico:
- nelluomo solo la consapevolezza (awareness) può
essere educata;
- non vi è apprendimento che non sia autoapprendimento
Gattegno svaluta due procedimenti assai in
voga negli anni del metodo audio-orale, la memorizzazione e limitazione e si affida
completamente alle risorse consapevoli dellapprendente.
È un cognitivista ante
litteram, considera la conquista graduale dellautonomia nel processo di
apprendimento un obiettivo essenziale (5). Rifiuta il
ruolo dellinsegnante di lingua inteso come modello linguistico e come trasmettitore
del sapere. La denominazione del metodo sottolinea appunto il ruolo silenzioso
dellinsegnante che non deve intervenire verbalmente, ma affidarsi alla mimica, alla
gestualità e alluso di particolari strumenti e materiali. Il silenzio
dellinsegnante è funzionale alla concentrazione dellapprendente,
allattivazione di importanti meccanismi cognitivi quali losservazione,
lipotesi e la verifica. Si sta quindi in silenzio perché la mente dellallievo
possa liberamente lavorare in relazione alla realtà che lo circonda facendo riferimento
alle proprie risorse a disposizione che devono essere valorizzate (le conoscenze e
competenze pregresse, comprese quelle concernenti la propria lingua madre).
In molte delle idee di
Gattegno troviamo in nuce postulati e moderne teorie psicolinguistiche, come, ad esempio,
quelle relative ai processi di comprensione (expectancy grammar) (6), agli stili individuali di apprendimento, al ruolo autonomo
del discente.
Singolari sono anche gli strumenti del
metodo: i regoli colorati mediante i quali viene offerto linput linguistico,
le tabelle dei suoni e delle grafie che vengono differenziati per colore per un
loro riconoscimento da appendere alle pareti della classe, le tabelle delle parole
definite "funzionali" che sono le parole "base" di una lingua,
quelle che possono essere presenti in qualsiasi tipo di discorso, la bacchetta mediante
la quale non solo si indicano le parole o i suoni nelle tabelle, ma si aiuta
linsegnante a restare in silenzio focalizzando lattenzione del discente su
aspetti della lingua senza lausilio della verbalizzazione, infine una serie di
disegni e due libri, Millefrasi e Letture brevi.
La percezione visiva dellallievo gioca
un ruolo importante nel processo di apprendimento, luso dei sovracitati strumenti
promuove e incoraggia lacquisizione linguistica.
Ma ancora una volta dobbiamo notare lo
scarto tra le riflessioni e le indicazioni di Gattegno in campo pedagogico-didattico e
quelle in merito ai contenuti di apprendimento.
Gattegno distingue un lessico funzionale che
comprende soprattutto le parole grammaticali mediante il quale è possibile
effettuare un numero rilevante di frasi e un lessico di lusso da apprendere in una
fase più avanzata di apprendimento e che corrisponde alla quasi totalità dei nomi e alla
maggior parte dei verbi e degli aggettivi. Se pensiamo
alle attuali liste lessicali di frequenza, al vocabolario di base della lingua italiana (7), ci pare che la suddivisione lessicale operata da Gattegno sia
poco scientifica. Inoltre ci sembra sorpassata anche la visione del tipo di input
linguistico da offrire allapprendente, affidata quasi esclusivamente alla dimensione
frasale. Attraverso luso dei regoli, tramite limpiego del testo Millefrasi
ci si affida unicamente alle frasi che risultano composte prevalentemente dalla
combinazione delle parole appartenenti al lessico funzionale. Il testo come unità di
comunicazione è pressoché assente dalla pratica didattica propugnata da Gattegno.
Tutta la concezione della lingua di Gattegno
dai fonemi al lessico ci sembra viziata da una visione atomistica, parcellizzata dei
contenuti linguistici. Imparare una lingua pare corrispondere ad un processo di
accumulazione di singoli elementi discreti che la mente consapevole dellapprendente
deve sapere riconoscere e controllare.
Da questa breve
panoramica dei metodi umanistico-affettivi abbiamo volutamente escluso il Natural
Approach di Terrell e Krashen (8) perché ci pare
riduttivo ascrivere tale metodo alla schiera degli approcci che si caratterizzano
fondamentalmente per la loro attenzione alla dimensione psico-affettiva
dellapprendente (9). La natura del Natural
Approch ci pare assai più ampia, affronta questioni assai rilevanti sia nel campo
della teoria linguistica, sia in quello della teoria dellapprendimento.
(4) Non sempre i metodi
dinsegnamento linguistico hanno attribuito un ruolo positivo ai processi di
memorizzazione. Per una prospettiva glottodidattica favorevole cfr. Mario Cardona, Il
ruolo della memoria nellapprendimento delle lingue, Utet Libreria, Torino 2001. [torna al testo]
(5) Per il concetto di autonomia nel
processo di apprendimento linguistico cfr. Luciano Mariani (a cura di), Lautonomia
nellapprendimento linguistico, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1994. [torna al testo]
(6) Per la nozione di Expectancy Grammar cfr.
J.W.Oller, Language Tests at School, Longman, London 1979. [torna al testo]
(7) Per quanto concerne il vocabolario di base
della lingua italiana cfr. Tullio De Mauro, Guida alluso delle parole,
Editori Riuniti, Roma 1980 (edizione riveduta 1986). [torna al testo]
(8) Cfr. S.D.Krashen, T.D.Terrell, The Natural
Approach. Language Acquisition in the Classroom, ELT, Phoenix 1995 (prima edizione
1983). [torna al testo]
(9) Tale esclusione è stata operata anche in C.Serra Borneto
(a cura di), Cera una volta il metodo, Carocci, Roma 1998.
Bibliografia essenziale di
riferimento
J.J.Asher, Learning Another
Language Through Action: The Complete Teachers Guidebook, Sky Oaks Productions,
Los Gatos, 1977.
P.E.Balboni, Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse,
Utet, Torino 2002.
C.Curran, Counseling-Learning, in J.W.Oller, P.Richard-Amato (eds), Methods
that Work, Cambridge University Press, Cambridge1983, pp.146-77.
P.Diadori (a cura di), Insegnare italiano a stranieri, Le Monnier,
Firenze 2001.
G.Freddi, Glottodidattica. Fondamenti, metodi e tecniche, Utet, Torino 1994.
C.Gattegno, The Silent Way in J.W.Oller, P.Richard-Amato (eds), Methods
that Work:A Smorgasbord of Ideas for Language Teachers, Newbury House Publishers,
Cambridge 1983.
G.Lozanov, E.Gateva, Metodo suggestopedico per linsegnamento delle lingue
straniere, Bulzoni, Roma 1983.
J.C.Richards, T.S.Rodgers, Approaches and Methods in Language Teaching,
Cambridge University Press, Cambridge 1986.
C.Serra Borneto (a cura di), Cera una volta il metodo. Tendenze
attuali nella didattica delle lingue straniere, Carocci, Roma 1998.
Email massimomaggini@libero.it
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