Italiano in azienda: situazione dellinsegnamento e problematiche
Rita Grassato
Il presente articolo offre un quadro, certamente
parziale, dellattuale situazione dellinsegnamento dellitaliano in
contesti aziendali. I dati sono stati raccolti attraverso un breve e semplice
questionario, elaborato dallautrice sulla base della propria personale esperienza di
insegnamento nel settore; tale esperienza non è stata fatta rientrare nel computo dei
dati, ma traspare nella scelta dei quesiti e delle opzioni offerte e, talvolta, nel
commento dei dati raccolti.
Descrizione del questionario
Il questionario, inviato unitamente ad una breve presentazione degli scopi
dellindagine, si compone di 17 domande di diversa tipologia; è stato previsto anche
uno spazio per libere osservazioni da parte del docente che è invitato ad aggiungere
informazioni non contemplate e a segnalare liste di discussioni o altro canale per la
diffusione dellindagine. La modalità di risposta varia dalla semplice apposizione
di una crocetta nella casella predisposta alla scrittura di dati variabili (ad es. anni di
esperienza, durata dei corsi, titoli di manuali in uso ecc.).
Le prime tre domande richiedono ai compilatori di
fornire informazioni circa la loro esperienza nellinsegnamento della lingua italiana
a stranieri e in contesti aziendali, leventuale formazione specialistica per
linsegnamento in azienda e il tipo di rapporto con lazienda presso la quale
sono impegnati.
Le domande successive (dalla 4 alla 12) mirano a
raccogliere informazioni sulle caratteristiche dei corsi offerti: livelli, luogo e orario
in cui si svolgono, durata ecc.
Le domande 13 - 17 riguardano aspetti più
propriamente didattici: materiali e strumenti utilizzati dai docenti, le difficoltà che
emergono in questo tipo di corsi di lingua, individuazione di tre macro-aree che debbano
preferibilmente essere inserite in un progetto didattico rivolto a discenti principianti
di corsi aziendali.
Diffusione e raccolta dei questionari
Il questionario è stato inviato tramite posta elettronica a
insegnanti contattati personalmente o tramite associazioni e liste di discussione per
docenti di italiano LS/L2; in particolare, il maggior numero di questionari è giunto da Discutiamone,
mailing list messa in rete da Guerra Edizioni Guru S.r.l., (www.guerra-edizioni.com),
e da ITALIANO_L2 la mailing list per insegnanti di italiano L2
dellUniversità per Stranieri di Perugia, home page della lista www.unistrapg.it/lista/li-sta.htm. In totale sono stati raccolti 17 questionari; questo dato risulta
notevolmente basso soprattutto se si pensa allampia diffusione data alla ricerca:
infatti, le associazioni e mailing list contattate sono state una decina circa. Si è
riflettuto su tale elemento della ricerca e si sono avanzate le seguenti ipotesi:
a) pochi docenti si occupano di insegnamento dellitaliano in
azienda in quanto la richiesta è limitata;
b) alcuni docenti che offrono corsi di italiano in azienda non sono iscritti alle
associazioni o liste contattate, e probabilmente operano in condizioni di isolamento dalla
comunità degli insegnanti di italiano a stranieri;
c) i docenti sono continuamente invitati a partecipare ad indagini sulla loro professione
e quindi aderiscono solo alle iniziative promosse da enti o persone di rilievo e a loro
note.
Le risposte inoltrate sono giunte da colleghi
(alcuni dei quali iscritti al Master Itals) che operano o hanno lavorato in Italia e nei
seguenti paesi: Argentina, Austria, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Messico e Regno
Unito.
Analisi e commento dei dati
1) Il docente
La prima domanda si propone di accertare da quanto tempo il docente insegna italiano LS/L2
sia in corsi generali che propriamente aziendali. La maggior parte degli intervistati
insegna in entrambi i tipi di corsi; solo in un caso lesperienza è limitata al
contesto aziendale. Molti dei colleghi hanno anche unesperienza di lunga durata come
insegnante di italiano a stranieri e in alcuni casi linsegnamento in azienda
rappresenta unesperienza sporadica e limitata nel tempo.
La seconda domanda è relativa alla formazione
specifica per linsegnamento della lingua in contesti aziendali: nessuno degli
intervistati ha conseguito tale formazione. Questo dato, letto unitamente a quello emerso
con la prima domanda, rispecchia alcune riflessioni di Paolo Balboni in Le microlingue
scientifiche-professionali (2000);in particolare sembra confermare la quasi totale
mancanza di corsi di formazione per docenti di microlingua o comunque una preparazione
specifica per progettare corsi misti, cioè corsi che siano allo stesso tempo di lingua e
microlingua. In un caso è stato indicato come specializzazione il Master Itals, in corso
di frequenza e comunque successivo al periodo in cui il docente ha tenuto corsi in
azienda; un docente ha indicato come preparazione un periodo di formazione
allinterno dellagenzia per la quale lavora senza specificarne le
caratteristiche e i contenuti.
La domanda successiva ha lo scopo di individuare il
tipo di rapporto esistente tra linsegnante e lazienda. Solo in un caso il
docente si indica come esperto interno allazienda; una percentuale consistente
(circa il 50%) si dichiara collaboratore di un centro linguistico e i rimanenti sono
inquadrati come liberi professionisti; in tre casi il docente dichiara una duplice
posizione, sia collaboratore di un centro linguistico che libero professionista. La
condizione di libero professionista, se da una parte può significare piena autonomia del
docente, dallaltra lo può rendere meno forte contrattualmente e, soprattutto, più
isolato nel definire il progetto didattico, nel garantirne la continuità nel breve e
lungo periodo e nel realizzare materiali specifici al tipo di corso.
2) I corsi
Lofferta si estende da corsi di livello principiante a corsi di livello avanzato
sebbene prevalgano corsi dei livelli medio-bassi (solo due docenti hanno lavorato con
discenti di livello avanzato) con netta prevalenza di corsi per principianti. Questo dato
è interessante e può fornire due elementi di riflessione; se da un lato sembra
confermare il fatto che la lingua italiana sia poco presente nella scuola, per cui pochi
sono i discenti adulti che lhanno studiata in età adolescente, dallaltro
indicherebbe che litaliano si afferma come lingua degli affari.
Tuttavia, allo stesso tempo, si evince che
linteresse dei discenti, e oserei dire anche delle loro aziende, si limita ad
unacquisizione limitata della lingua e rispondente unicamente a bisogni pragmatici e
non più ampiamente culturali e sociali.
La maggior parte degli intervistati svolge i corsi
presso il locali dellazienda (83%), in diversi momenti della giornata: la fascia
meno richiesta è quella centrale (12-15) mentre le fasce 15-18 e 8-12 godono di larga
preferenza; minore è lofferta in fascia serale (18-20). Questo dato è in contrasto
con lesperienza personale che si colloca prevalentemente nella prima e seconda
fascia.
Gli incontri sono di due ore nella maggior parte
dei casi; solo in due casi si è indicata una durata superiore alle tre ore; in uno di
questi casi è stato specificato che il corso prevede incontri di unintera giornata
e la presenza dellinsegnante anche durante la pausa pranzo. Per un docente la durata
è variabile (dalle due alle cinque ore). Queste osservazioni indicano che
lorganizzazione dei corsi deve rispondere a specifiche condizioni e richieste
dellazienda e, quindi, il docente incaricato deve far propri un approccio flessibile
e la capacità di progettazione.
Quanto al periodo di attivazione dei corsi
cè una notevole variabilità, nel senso che talvolta lofferta dura tutto
lanno, spesso solo per brevi periodi, in molti casi dipende dallazienda e dai
discenti.
Anche la durata di ciascun corso è molto
variabile: da un minimo di 4 ore e mezza ad una quantità non definibile in quanto
dipendente dai bisogni e dalla disponibilità di tempo dei corsisti; non sempre è stato
possibile quantificare in numero di ore, talvolta è stata indicata una durata in mesi o
anni. Questo dato induce due riflessioni: ribadisce quanto affermato in precedenza, ossia
la necessità di fornire corsi adattabili alla singola situazione, ma potrebbe anche
indicare una difficoltà di progettazione di percorsi formativi in questo settore per il
quale gli studi teorici e i materiali operativi risultano piuttosto scarsi.
Le caratteristiche del gruppo (in prevalenza
monolingue - 80%) determinano il ricorso ad una lingua franca, o comunque alla
lingua materna dei discenti, soprattutto quando si tratti di discenti di livello
principiante; tuttavia in tre casi il docente, pur di fronte ad un gruppo principiante,
decide di comunicare solo in lingua italiana. In un caso è stato specificato che la
scelta del docente a cui affidare il gruppo è ricaduta su un insegnante che conosceva la
lingua materna degli studenti (lungherese); quando gli studenti avevano raggiunto un
livello di comprensione e produzione sufficiente a seguire il corso totalmente in lingua
italiana, il docente è stato sostituito da altro insegnante. Tra le opzioni indicate come
lingue franche inglese e tedesco si collocano al primo posto, seguiti da francese e
spagnolo.
La parte delle domande riferite alle
caratteristiche dei corsi si conclude con un quesito a scelta multipla relativo alla
composizione numerica dei gruppi che supera le 15 unità in un solo caso e in due casi è
compresa tra 10 e 15 elementi; due docenti indicano una variabilità tra meno 5 e 10
corsisti mentre la metà degli intervistati seleziona la prima opzione (meno di 5). Dal
punto di vista didattico il piccolo gruppo va certamente a vantaggio dei singoli discenti
che avranno maggiori opportunità di esprimersi e di godere di un corso progettato in base
alle loro esigenze e caratteristiche.
3) La didattica
Apre la serie di domande attinenti la didattica il quesito relativo alla tipologia di
materiali utilizzati. Tutti i docenti ricorrono a più fonti, siano essi manuali già
predisposti che materiali propri o autentici. È dunque difficile fornire delle
percentuali esatte, tuttavia è possibile osservare che si fa un ampio uso di manuali di
lingua generale, mentre minore è il ricorso ai testi elaborati specificatamente per corsi
aziendali. È probabile che ciò si verifichi perché la quasi totalità dei manuali
pubblicati per questo tipo di corso sono destinati a studenti di livello intermedio e
avanzato e quindi non sempre adeguati a discenti principianti (1) . La
maggior parte dei docenti introduce anche materiali autentici che trovano un utilizzo
preferenziale proprio in questo tipo di corso.
La domanda successiva chiede di specificare quali
manuali vengono adottati e la lista è piuttosto ricca. Si riportano di seguito i titoli
segnalati, in ordine decrescente e con indicazione del numero di docenti che li usano.
Manuali di lingua italiana generale: In alcuni casi ciascun docente
fa ricorso a più manuali, tra i quali sono stati indicati (non per tutti è stato
possibile risalire alla casa editrice):
a) Volare, Edizioni Dilit, Edizioni Alfa&Beta Verlag (4);
b) Rete, Guerra Edizioni; La lingua italiana per stranieri (Katerinov),
Guerra Edizioni; Linea Diretta, Guerra Edizioni; Uno, Bonacci Editore (2);
c) Leggiamo e Conversiamo, Bonacci Editore; Due, Bonacci Editore; In
Italiano, Guerra Edizioni; Contesti Italiani, Guerra Edizioni; Pronunciare
litaliano, Guerra Edizioni; Progetto Italiano, Edilingua; Basic
Italian, Holt, Rinehart & Winston, Incorporated; Bravo, B. Mondadori; Comunicare
subito, (1).
Manuali di lingua italiana per aziende:
a) Italiano per gli affari, Bonacci Editore (2);
b) Italienisch fur Kaufleute, Langenscheidt, La nuova corrispondenza commerciale
italiano-tedesco, De Vecchi Editore (1).
La scelta degli strumenti utilizzati durante gli
incontri dipende moltissimo dalle caratteristiche dei locali nei quali si svolgono e dalle
attrezzature messe a disposizione del docente. Un numero rilevante degli intervistati
(65%) ricorre ad almeno tre degli strumenti indicati; in un solo caso l'unico strumento
utilizzato è la lavagna bianca.
Lo strumento per eccellenza è l'audio-registratore
indicato dalla quasi totalità degli intervistati (solo in un caso non è selezionato);
seguono la lavagna bianca e il videoregistratore. Solo due insegnanti fanno uso della
lavagna luminosa, quattro accedono ad un'aula multimediale e cinque utilizzano il
televisore. Non vengono date informazioni circa la tipologia precisa dei materiali, se si
tratti, per esempio, di video didattici, registrazioni dalla televisione italiana o film,
oppure, nel caso dell'aula multimediale, di CD-Rom o navigazione in Internet.
[continua]
Note
(1) Una panoramica esaustiva di tali manuali si trova in Ritondale
Spano (tesi Master Itals a.a. 2001/2002). torna al testo
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