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Redazione:
Mariadonata Costantini  Elisabetta Jafrancesco  Leonardo Gandi
Massimo Maggini
Fiorenza Quercioli
Camilla Salvi
Annarita Zacchi

Webmaster: Leonardo Gandi

N. 6
maggio-agosto 2003


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Italiano in azienda: situazione dell’insegnamento e problematiche
Rita Grassato
[torna alla prima parte]

4) Le difficoltà
La domanda 16 invita i docenti ad indicare le principali difficoltà nella loro attività di insegnanti di italiano L2/LS in azienda e le indicazioni degli intervistati possono raggrupparsi in due macrogruppi: le difficoltà ascrivibili ad alcune caratteristiche dei discenti e le difficoltà dovute a motivazioni più propriamente didattiche e professionali.

Tra le più frequenti difficoltà relative agli studenti viene indicata la scarsa motivazione dei partecipanti, in particolare quando la frequenza al corso risponde a motivazione estrinseca, ossia imposta dall’azienda e da necessità di lavoro; tra le possibili cause vengono indicati anche l’orario in cui si svolge il corso (per esempio, durante la pausa pranzo o la mattina prima dell’inizio dell’orario di lavoro) e la stanchezza di una giornata lavorativa alle spalle, spesso molto impegnativa. Un problema, riscontrato sia dagli intervistati sia dalla scrivente, è l’impegno spesso discontinuo, anche da parte di discenti motivati ed interessati, nella frequenza e nello svolgimento di attività assegnate come rinforzo tra un incontro e il successivo. Si accompagna a questo la frequenza irregolare da parte di alcuni corsisti che sono costretti ad assentarsi o rinviare anche di settimane le lezioni a causa di impegni di lavoro, quali viaggi o riunioni importanti, non sempre pianificati con un sufficiente anticipo che permetta una migliore distribuzione delle lezioni.

Un altro gruppo di difficoltà va individuato nelle precedenti esperienze di studio: è registrata una certa diffidenza verso l’approccio comunicativo e la centralità del discente, giustificata da uno degli intervistati dalla formazione scolastica e professionale dei discenti avvenuta in contesti tecnico-scientifici o in situazioni di insegnamento tradizionale. La diffidenza si estende anche al tipo di materiali utilizzati dal docente, in particolare se si tratta di testi autentici.

In un caso si indica come problematica il prestigio della lingua degli studenti, nel caso indicato anglofoni, che riescono a "vivere" (2) anche in Italia utilizzando la propria lingua. Tale caratteristica spesso è accompagnata dalla mancanza di precedenti esperienze di studio di una lingua straniera, per cui il docente italiano deve anche guidare i suoi discenti nell’acquisizione di un metodo e strategie di studio per l’apprendimento della lingua straniera. Un collega ha sottolineato anche che il ricorso alla lingua materna (francese) del suo studente o all’inglese da parte dei colleghi italiani era motivo di frustrazione per il discente che non vedeva riconosciuti i suoi sforzi e progressi nell’apprendimento dell’italiano.

Un intervistato ha indicato, tra i fattori ascrivibili agli studenti, la tipologia di relazione e interazione tra i partecipanti al corso nel caso in cui siano presenti dipendenti di diverso grado all’interno dell’azienda; la compresenza di un dirigente e degli impiegati a lui sottoposti può aumentare il filtro affettivo e condizionare la partecipazione spontanea degli ultimi; problemi simili sono riscontrabili anche quando i partecipanti si collochino al medesimo livello in azienda e siano in concorrenza tra loro nella vita di tutti i giorni.

Sempre afferente alla tipologia di relazione interna, un docente ha osservato che in taluni casi il clima durante le lezioni individuali con uno studente sembrava riflettere le difficoltà di relazione con i colleghi italiani, che non sempre accettavano la sua presenza o riconoscevano il suo ruolo all’interno dell’azienda. Tali difficoltà indussero lo studente a richiedere un ampliamento della parte dedicata all’italiano in generale e a tematiche non attinenti la sfera lavorativa, ottenendo migliori risultati nella prestazione del discente.

Un’ultima difficoltà appartenente al primo macrogruppo emerge nei gruppi misti, ossia gruppi che sono formati da studenti provenienti da diverse aree dell’azienda (ad es. addetti al centralino, alla contabilità, al servizio clienti); la contemporanea presenza di studenti con esigenze di sviluppo di abilità diverse e di acquisizione di lessico specialistico differente rende certamente difficoltosa la programmazione di attività e la scelta dei materiali di lavoro, e può dare luogo a demotivazione e disinteresse degli studenti nei momenti in cui le attività e i materiali non sono attinenti alla loro funzione.

Molto interessanti le osservazioni degli intervistati sulle difficoltà relative alla didattica e alla loro professionalità.

Importante, a mio avviso, è l’ammissione della poca formazione didattica in questo campo e in alcuni casi la poca esperienza nell’insegnamento in corsi aziendali. Tale riconoscimento dovrebbe far riflettere nuovamente sull’opportunità di promuovere corsi specifici di aggiornamento per docenti interessati a fornire corsi destinatati a chi lavora in aziende italiane o con contatti di lavoro importanti con aziende italiane.

Altre difficoltà emerse riguardano l’organizzazione dei corsi che sono spesso troppo brevi per sviluppare adeguatamente le competenze comunicative dei discenti, la frequenza, a volte troppo diluita, e la durata delle lezioni, insufficiente per trattare adeguatamente un argomento e offrire possibilità di rinforzo immediato.

Infine, alcune difficoltà sono relative ai contenuti e ai materiali disponibili. In relazione al primo aspetto, accanto all’individuazione di alcune strutture grammaticali più complesse da assimilare (ad es. pronomi diretti e indiretti, verbi preposizionali, gerundio), un docente incontra difficoltà nell’insegnamento della grammatica e della lingua in contesti strettamente aziendali.

Quanto ai materiali si ripropone il problema della carenza e reperibilità di strumenti didattici adatti ai bisogni specifici di questa particolare tipologia di studenti. Non sono date indicazioni specifiche su quale tipo di strumenti, ossia se si tratti solo di manuali o si includano anche materiali audio-visivi e informatici.

5) Proposte di contenuto
Molto diverse e ricche le indicazioni degli intervistati in risposta all’ultima domanda del questionario relativa a macro-aree da inserire in un progetto didattico elaborato per principianti assoluti. Le proposte sono sicuramente fortemente influenzate dall’esperienza di ciascun docente e dal contesto geografico in cui tale esperienza si è svolta.

Le proposte sono state raggruppate nelle seguenti categorie:
a) sviluppo di specifiche abilità;
b) attivazione di funzioni comunicative;
c) acquisizione di lessico specialistico;
d) comprensione di elementi culturali e sociali relativi alla società italiana anche in riferimento al mondo del lavoro.

In taluni casi le categorie non sono nettamente distinguibili per cui si preferisce riportare a parte il commento dell’intervistato. Inoltre, l’ordine all’interno di ciascuna categoria non rispecchia quello indicato da ciascun singolo intervistato; anche la descrizione dei singoli elementi non riprende sempre quella riportata nei questionari.

§ Sviluppo di abilità generali e microlinguistiche:
- comprendere testi orali, quali radio e telegiornale, che possano fornire informazioni di carattere quotidiano e generale;
- comprendere brevi testi scritti riguardanti il settore professionale degli studenti, inclusa la corrispondenza commerciale;
- interagire oralmente, in particolare per telefono;
- partecipare a riunioni di lavoro;
- produrre testi scritti, quali lettere, fax e messaggi di posta elettronica, su temi di carattere professionale;
- in questo ambito vanno inserite anche i rapporti e le schede tecniche.

§ Attivazione di funzioni comunicative generali e microlinguistiche di base:
- salutare e utilizzare titoli;presentarsi e presentare qualcuno;
- descrivere la propria azienda e mansioni lavorative utilizzando termini tecnici appropriati;
- fissare un appuntamento;
- chiedere e dare indicazioni stradali;prenotare una stanza d’albergo;
- inserire elementi di base in una lettera commerciale o un messaggio di posta elettronica;
- descrivere un macchinario o un processo.

§ Acquisizione di lessico specialistico:
- lessico specifico di base, relativo alle mansioni di ciascun studente;
- i maggiori settori economici, produttivi e aziendali;
- le qualifiche lavorative e gli strumenti di lavoro, incluse le apparecchiature;
- le misure di sicurezza;
- termini relativi a scansione oraria, periodi di sospensione dell’attività e chiusura degli uffici (ad es. festività nazionali, ferie, malattia ecc.).

§ Comprensione di elementi culturali e sociali relativi alla società italiana anche in riferimento al mondo del lavoro:
- brevi accenni ai principali tratti culturali italiani;
- discussione interculturale su condizioni, metodi e ritmi di lavoro in Italia;
- approfondimento delle caratteristiche nelle relazioni interpersonali e sociali (ad es. il rapporto con i colleghi in azienda e fuori;
- dare del Lei; perché si sciopera in Italia;
- che cosa significa attenersi al contratto di lavoro e com'è strutturato il contratto stesso; gli straordinari, la busta paga, l'assenza per malattia, i permessi, le ferie, e come chiederli ecc.) con particolare attenzione alle esigenze dello studente e al suo ruolo all'interno dell'azienda.

Si riportano, a conclusione di questa parte, alcuni spezzoni del lungo e interessante commento di uno degli intervistati che focalizza su elementi di varia natura, sia relativi al processo di insegnamento come pure al processo di apprendimento (3):

"In generale credo che un principiante assoluto abbia bisogno in primo luogo di entrare in contatto con testi (orali e scritti) e cominciare a sforzarsi di renderseli sempre più comprensibili. Quindi: buone dosi di ascolti e letture di testi autentici. Per i testi scritti i materiali disponibili in azienda sono un’ottima fonte. Per i testi orali, a parte quelli specifici (che si trovano in commercio), si può cercare di farsi aiutare dai colleghi dello studente: gli si chiede cioè di registrarli mentre hanno brevi conversazioni imperniate su routine aziendali. Al limite basta trovare un solo collega disposto e l’insegnante può fare l’interlocutore (per conversazioni non troppo tecniche). Per quanto riguarda l’esercitarsi a "produrre" - cioè a prendere parte a interazioni - direi che la prima area è quella relazionale (generale e specifica aziendale): stabilire contatti con le persone, le routine quotidiane
(…) Non sono un fautore dei "sillabi" (anche di argomenti) precostituiti, se non come checklist da conoscere e tenere sullo sfondo. (…) credo che le "macro-aree" andrebbero scoperte con lo studente o gli studenti con cui si lavora, in base a quello che fanno o gli capita in azienda. (Per esempio) (…): F. (principiante ma francese) non aveva difficoltà a decifrare sufficientemente i testi scritti, le relazioni doveva scriverle in inglese (!), e una delle sue urgenze primarie era partecipare in italiano (per non sentirsi "escluso") a riunioni difficili relazionalmente, cioè dicendo le cose che voleva dire in un "tono" accettabile per gli italiani e "interpretando" le cose che sentiva dire (non solo capendole alla lettera) in un contesto a lui abbastanza ostile (…) Riassumendo, (...): la prima "macroarea" da sviluppare con studenti principianti assoluti è quella personale-relazionale (e questo non è generico, perché ci si può lavorare partendo appunto dal contesto aziendale). La seconda e la terza (…) sono quelle indicate dallo studente o dagli studenti (naturalmente bisogna chiedere e in modo non superficiale). Queste bastano e avanzano per fare un primo "sillabo di argomenti". Sono gli studenti gli "esperti" dei contenuti del loro lavoro, e quindi anche gli esperti per identificare le funzioni/operazioni/attività che dovranno svolgere nella seconda lingua. Perché preoccuparsi di fare noi insegnanti questa selezione? Noi al massimo possiamo "inventarci" dei repertori generali, ma saranno sempre sfuocati rispetto alla realtà".

Conclusioni
Credo che i dati raccolti con questa indagine possano offrire spunti importanti di riflessione sulla professione di insegnante di italiano LS/L2 che deve uscire da un ambito generale e sviluppare anche capacità di progettazione, scelta ed elaborazione di materiali e strumenti adeguati anche a contesti informali di insegnamento.

Ad esempio è emersa la necessità di formarsi specificatamente per insegnare in azienda, di collaborare strettamente con i discenti nella definizione del percorso di apprendimento, di individuare modalità e strategie che possano aumentare la motivazione sia dei singoli studenti sia delle loro aziende nel fornire corsi di italiano sufficientemente lunghi e strutturati per raggiungere standard di conoscenza della lingua italiana oltre il livello di sopravvivenza.

Accanto ai corsi di formazione devono essere sviluppati anche materiali specifici per discenti di livello principiante di cui è lamentata ed è evidente la carenza, sebbene, come rilevato dal collega di cui si è riportato il commento finale, spetti a ciascun docente organizzarli in relazione ai propri studenti e integrarli con documenti autentici e specifici del contesto in cui i suoi corsisti si trovano ad operare.

[torna alla prima parte]

Note
(2) Le virgolette sono dell’intervistato.   torna al testo
(3) Corsivi miei.  torna al testo

Email
ri.grass@libero.it