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Redazione:
Mariadonata Costantini Elisabetta Jafrancesco Leonardo
Gandi
Massimo Maggini
Fiorenza Quercioli
Camilla Salvi
Annarita Zacchi
Webmaster: Leonardo Gandi |
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QUADRIMESTRALE A CURA
DI |
N.
7
settembre-dicembre 2003
numeri precedenti |
Insegnanti Italiano Lingua Seconda
Associati |
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Valutare la
competenza linguistico-comunicativa in italiano L2: il Glotto-Kit per bambini e
adolescenti stranieri
Eleonora Fragai [torna alla prima parte]
4. La rilevazione del profilo linguistico
Tenuto conto delle caratteristiche degli apprendenti stranieri presi in esame durante la
ricerca, nella selezione degli indicatori per la rilevazione della condizione linguistica
si è dato particolare peso alla dimensione del parlato, la cui valutazione risultava
coerente con una verifica della competenza linguistica adeguata ai bisogni degli
apprendenti migranti, nella maggior parte dei casi neo-arrivati e non-italofoni al momento
della prima rilevazione e, quindi, con abilità di scrittura molto limitate. Gli strumenti
di rilevazione ed elicitazione dei dati linguistici, pensati ad hoc per le
specifiche esigenze didattiche del gruppo di utenti, oltre alla competenza lessicale, in
effetti, testano soprattutto alcuni aspetti dellle abilità ricettive e produttive orali.
Per la determinazione del profilo linguistico
complessivo sono state utilizzate le prove e i test che allanalisi quantitativa si
sono rivelati più discriminanti, cioè la prova di riconoscimento e uso del lessico,
la prova di fluenza della produzione parlata e la prova di produzione orale, qui
di seguito descritte analiticamente.
- Prova di riconoscimento e uso del lessico
La prova verifica il livello di conoscenza del lessico di base posseduto dallallievo
(4), sia a livello ricettivo che produttivo, attraverso la
presentazione di un campione di venti termini, tratti in gran parte dal Vocabolario
di base di De Mauro e collegati ad ambiti semantici riguardanti il vissuto degli allievi;
la conoscenza del lessico viene testata tramite lautovalutazione soggettiva
dellapprendente che deve indicare la parola non conosciuta, la parola conosciuta, ma
non usata, e la parola conosciuta e usata; per limitare linattendibilità derivante
dalla risposta autovalutativa è stato chiesto allallievo di riformulare con un
esempio orale le parole conosciute e usate.
- Prova di
fluenza della lingua parlata
La prova testa il grado di competenza linguistica orale, analizzando la facilità di
esecuzione e la scorrevolezza della produzione parlata in situazioni di parlato formale
tra insegnante ed allievo (5), rilevato sulla prova di descrizione orale di
schede illustrate; per la determinazione dellindice di fluenza viene conteggiato il
numero di parole "buone" pronunciate in ununità di tempo di
30, escludendo cioè dal conteggio totale delle parole prodotte gli
intercalari, le ripetizioni inerziali e le interruzioni di parola, tutti quei fenomeni
linguistici, cioè, che sono stati ritenuti inutili ai fini dellefficacia
comunicativa del messaggio.
- Prova di produzione orale
La prova controlla la competenza linguistica nei suoi aspetti ricettivi e produttivi orali
e si articola in una conversazione semiguidata su esperienze personali legate al vissuto
degli allievi, in una transcodificazione verbale di una storia per immagini e in una
parafrasi orale di sequenze filmate; lanalisi microlinguistica dei corpora orali è
stata condotta tramite una lista di indicatori linguistici che, sulla base delle
indicazioni proposte in ricerche analoghe, sono stati assunti come rivelatori
significativi del profilo fono-morfosintattico, lessicale e metalinguistico degli
informanti e funzionali alla definizione dei diversi stadi di sviluppo
dellinterlingua.
Anche nel caso dellindagine sui comportamenti
linguistici degli apprendenti, al materiale grezzo ottenuto con le prove orali è stata
applicata una griglia di valutazione numerica che ha consentito la parametrizzazione dei
singoli indicatori linguistici e la successiva normalizzazione dei punteggi ottenuti dagli
allievi, entrambi mirate a sistematizzare in maniera economica, ma significativa, il
profilo linguistico complessivo.
5. Conclusioni
Lapproccio empirico-metodologico, legittimato dal ricorso al modello teorico di
partenza e a procedure di rilevazione già sperimentate, ha consentito di ricomporre il
quadro socioculturale di riferimento e di verificare il grado di incidenza di alcuni
fattori extralinguistici sul rendimento linguistico degli apprendenti presi in esame. I
risultati dellindagine, basati su diversi incroci tra le variabili linguistiche e
socioculturali, sembrano, infatti, confermare il peso di alcuni fattori sul processo di
costruzione dellidentità linguistica di bambini e adolescenti stranieri inseriti
nel contesto formale di apprendimento. Uno degli aspetti più rilevanti messo in luce con
lanalisi correlativa è rappresentato dallinfluenza, di tipo negativo, degli
anni di ritardo scolastico (6) sul livello complessivo di competenza
linguistico-comunicativa; in tale prospettiva, riemerge con forza lesigenza di
riflettere innanzitutto sulle componenti socializzatorie del processo di apprendimento e
sulla necessità di assicurare agli allievi linserimento in un contesto didattico
che, favorendo il contatto linguistico e socioculturale con il gruppo dei pari, affini per
livello di maturità ed interessi, si caratterizzi per la qualità e la quantità di
esposizione allinput linguistico in italiano L2.
È importante, infine, sottolineare come il
Glotto-Kit nella sua versione per giovani stranieri riconfermi la propria versatilità
applicativa e indichi piste di lavoro differenziate a disposizione di chi, nella scuola o
in altre agenzie formative, si trova a dover predisporre e programmare interventi
didattici adeguati alle esigenze specifiche degli allievi non italofoni. La dimensione
operativa suggerita dal GKBS segnala, insomma, lefficacia di strumenti
glottodidattici, non precostituiti a priori, ma elaborati ad hoc nel farsi stesso
della prassi didattica quotidiana, che possono contribuire a rendere autonomo il docente
circa la messa a punto di percorsi modulari e la riorganizzazione critica della sua azione
didattica anche attraverso il controllo dei complessi fattori socioculturali sensibili
allapprendimento della L2 da parte dei figli di immigrati.
Note
(4) Sulle
caratteristiche della prova lessicale, si veda Gensini, Vedovelli 1983: 183. torna al testo
(5) Nella fluenza come indicatore della competenza linguistica orale entra
in gioco una serie di fattori eterogenei e complessi, non rapportabili semplicemente alla
velocità di eloquio, ma legati alla funzionalità comunicativa, quali la gestione
corretta del patrimonio fonetico, il controllo del repertorio sintattico, la competenza
lessicale di base, la consapevolezza dei registri di lingua da utilizzare in determinate
situazioni (Gensini, Vedovelli 1983: 123 ss.).torna al testo
(6) Precisiamo che lespressione "ritardo scolastico" non
si riferisce al ritardo scolastico acquisito dallallievo già nella scuola del paese
di origine, ma allinserimento nella classe del paese di accoglienza con scarto
cronologico rispetto alletà anagrafica. torna al testo
Riferimenti bibliografici
Barni, M., Villarini, A. (a cura di) 2001. La questione della lingua per gli immigrati
stranieri. Insegnare, valutare e certificare litaliano L2. Milano. Franco
Angeli.
Colombo, A., Romani, W. 1996. È la lingua che ci fa uguali. Lo svantaggio linguistico:
problemi di definizione e di intervento. Firenze. La Nuova Italia.
De Mauro, T. 1980. Guida alluso delle parole. Roma. Editori Riuniti.
Fragai, E. 2001. La programmazione didattica: il Glotto-Kit come strumento per valutare
i livelli in entrata. In Barni, Villarini 2001: 191-208.
Gensini, S., Vedovelli, M. (a cura di) 1993. Teoria e pratica del glotto-kit.
Milano. Franco Angeli.
Jafrancesco, E. (a cura di) 2001. La gestione della classe plurilingue nella scuola
dellobbligo, Atti del X Convegno ILSA, Firenze 9 giugno 2001. Firenze.
Assessorato alla Pubblica Istruzione.
Vedovelli, M. 1997. Condizioni sociolinguistiche per linserimento dei figli di
immigrati stranieri in Italia e strumenti per la programmazione delleducazione
plurilingue. In Zuccherini 1997: 81-98.
Vedovelli, M. 2002. Guida allItaliano per stranieri. La prospettiva del Quadro
comune europeo per le lingue. Roma. Carocci.
Villarini, A. 1996. Nuovi svantaggi linguistici e culturali: il caso
dellinserimento dei figli di profughi bosniaci nelle scuole dellobbligo.
In Colombo, Romani 1996: 441-452.
Zuccherini, R. (a cura di) 1997. Nuovi compagni di banco. Bambini e bambine straniere
nella scuola elementare: dallinserimento allintegrazione. Perugia.
IRRSAE-Umbria.
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