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Redazione:
Mariadonata Costantini  Elisabetta Jafrancesco  Leonardo Gandi
Massimo Maggini
Fiorenza Quercioli
Camilla Salvi
Annarita Zacchi

Webmaster: Leonardo Gandi

QUADRIMESTRALE A CURA DI

N. 7
settembre-dicembre 2003
numeri precedenti

Insegnanti Italiano Lingua Seconda Associati


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L’offerta certificativa del Centro Cils dell’Università per Stranieri di Siena
Alessandro Pallassini

1. Introduzione
In questo articolo forniremo alcuni cenni sui due nuovi livelli, denominati Cils A1 e Cils A2, della certificazione Cils dell’Università per Stranieri di Siena, finalizzati a testare le competenze di un pubblico linguisticamente non ancora autonomo (1). Tuttavia, prima di procedere alla descrizione della certificazione senese, ci preme sottolineare alcune peculiarità che sono proprie della valutazione certificatoria. Forniremo anche qualche schematica notizia sulla struttura generale della Cils e poi cercheremo di mostrare quali siano i tratti che da una parte accomunano e dall’altra distinguono i livelli A1 e A2 dalla struttura generale dei quattro livelli (Cils1-B1 – Cils4 – C2) per i quali si presuppone che il candidato abbia già raggiunto l’autonomia comunicativa.

1.1 La valutazione certificatoria
Parlando di valutazione certificatoria è necessario tenere presente alcune caratteristiche che le sono proprie e che la distinguono dagli altri tipi di valutazione. In primo luogo, la valutazione certificatoria è svincolata dal percorso in cui si è formata la competenza. Ciò la rende, da un lato, libera dal doversi riferire ad un determinato modello glottodidattico e, dall’altro, la rende applicabile anche ai casi di apprendimento spontaneo
(2) . La valutazione certificatoria rientra perciò all’interno dell’area dei test di competenza (proficiency tests), che sono finalizzati a verificare se un soggetto sa usare la lingua straniera in una determinata situazione comunicativa. I test di competenza si distinguono dai test di profitto, che sono costruiti allo scopo di verificare se ciò che è stato imparato corrisponde a ciò che è stato insegnato o era presente nel programma del corso (3).

Secondo il Quadro Comune Europeo, un proficiency test "represents an external perspective" mentre un test di profitto "is oriented to the course" (4). Proprio l’indipendenza da qualsiasi modello glottodidattico e lo svincolamento dai contesti specifici del corso di apprendimento della lingua, sono i parametri da cui deriva la validità generale della valutazione certificatoria, che riporta la competenza degli apprendenti a parametri generali, formalizzati da un ente terzo rispetto a chi impartisce e riceve la formazione (5). Gli enti certificatori debbono pertanto adottare livelli standard e trasparenti di competenza e sulla base degli stessi misurare le prestazioni degli apprendenti.

A partire dalla validità generale che la valutazione certificatoria assume, viene a definirsi il secondo tratto peculiare ovvero la spendibilità sociale che la valutazione certificatoria mira a garantire. Ed è proprio questo ultimo elemento che impone la gestione della valutazione certificatoria da parte di un ente terzo rispetto a chi impartisce e a chi riceve la formazione.

Per riassumere, le caratteristiche peculiari di una valutazione certificatoria sono:
- il fatto di essere realizzata da un ente terzo rispetto a chi impartisce la formazione e dall’apprendente che la riceve;
- la tendenziale ricerca di una validità generale e un livello di standardizzazione che riporta la competenza degli apprendenti a parametri generali;
- la spendibilità sociale che la certificazione stessa deve garantire e che impone la gestione del processo valutativo certificatorio da parte di un ente indipendente scisso sia dagli enti formatori che dai candidati che ricevono la formazione
(6).

1.2 La Cils (Certificazione di Italiano come Lingua Straniera)
La Cils viene istituita nel 1992 a seguito della legge 204/1992 che riordina gli atenei per stranieri di Siena
(7) e Perugia e che fa rientrare nelle loro prerogative anche l’elaborazione e la diffusione di certificati testanti la competenza linguistica in italiano di cittadini stranieri (8).

La struttura alla base della Cils è finalizzata a testare una competenza linguistica in sviluppo (9), inserita in un continuum linguistico flessibile, modulare e ricorsivo (Cils (1993), pag. 1); era articolata, nella sua versione originaria, su quattro livelli, a cui a partire dal 2001 se ne sono aggiunti altri due, denominati Cils A1 e A2, testanti una competenza linguistica iniziale non ancora autonoma comunicativamente. La struttura della Cils si articola in un continuum che va dal Livello A1, corrispondente al livello Breakthrough del Framework, al Livello Quattro, corrispondente al livello Mastery del Framework e che testa una competenza linguistica richiesta ad uno straniero che voglia insegnare italiano (10).

La Cils intende la competenza linguistica come un continuum evolutivo di sistemi provvisori di varietà interlinguistiche e fa riferimento, in tale operazione, agli studi di linguistica acquisizionale (11). Riferirsi ad un modello di competenza interlinguistica significa tenere presenti gli stadi acquisizionali per poter definire i luoghi del continuum dove operare le partizioni e definire le articolazioni interne a ciascun livello (12).

Scopo di ogni livello Cils è quello di misurare e valutare la conoscenza e la capacità di azione linguistica dei candidati. A tale fine, sono state individuate cinque macroaree che definiscono le abilità da testare (ascolto, comprensione della lettura, analisi delle strutture di comunicazione, produzione scritta e produzione orale) suddivise nelle relative microabilità.

Per ottenere il certificato, il candidato deve raggiungere la sufficienza, la cui soglia è stata fissata per le singole abilità in 11/20, in ciascuna delle 5 abilità testate. Il punteggio minimo per poter ottenere il certificato Cils, fatto salvo che sia stata raggiunta la sufficienza in ogni abilità testata, è quindi di 55 punti su 100 (13). A coloro che abbiano superato solo alcune delle 5 abilità, di cui è composto ogni livello, il Centro Cils fornisce un attestato di capitalizzazione, per poter ripetere solamente le abilità insufficienti nella sessione successiva. A coloro che non abbiano ottenuto la sufficienza in nessuna delle abilità affrontate, il Centro Cils fornisce un giudizio.

1.3 I nuovi livelli Cils A1 e Cils A2
Il centro di certificazione dell’Università per stranieri ha creato, a partire dal 2001, due nuovi livelli certificatori denominati Cils A1 e A2, che testano una competenza linguistica in fase ancora iniziale. I livelli Cils A1 e A2
(14) misurano una competenza elementare che non consente al candidato di essere comunicativamente autonomo; i livelli proposti rispondono alle esigenze poste dal consiglio d’Europa e si inquadrano nei primi due livelli proposti dal Quadro di riferimento europeo (cfr. Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A common European Framework of Reference, Consiglio d’Europa 1997, Cambridge 2001). In particolare, i primi due livelli Cils fanno riferimento ai due livelli di base del Framework: il Breakthrough e il Waystage che sono descritti nei modi seguenti:

A1 Comprende e usa espressioni di uso quotidiano e frasi indispensabili per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e gli altri ed è in grado di fare domande e rispondere su informazioni personali (dove abita, le persone che conosce e le cose che possiede...). Interagisce in modo semplice purché l’altra persona parli lentamente e chiaramente e sia disposta a collaborare.

A2 Comprende frasi ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza (es. informazioni personali e familiari di base, fare la spesa, la geografia locale, l’occupazione). Comunica in attività semplici e di routine che richiedono un semplice scambio di informazioni su argomenti familiari e comuni. Sa descrivere in termini semplici aspetti del suo background, dell’ambiente circostante e sa esprimere bisogni immediati (15).

I livelli A1 e A2, a differenza degli altri livelli Cils, non garantiscono una autonomia comunicativa; proprio per questo motivo tali moduli mirano a rafforzare il sistema di motivazioni a proseguire l’apprendimento. Infatti, l’apprendente, soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento, caratterizzate da una progressione lenta e da forti difficoltà, ha bisogno di una forte motivazione per poter procedere nel proprio percorso. Sostenere un esame che definisca a quale punto del cammino verso l’autonomia comunicativa si pone l’apprendente e, nel contempo, consenta l’ottenimento di un certificato che attesti la pur limitata competenza linguistico comunicativa rappresenta uno stimolo per continuare nel processo di apprendimento verso l’autonomia linguistica (16).

In virtù di questa peculiarità, cioè quella di testare livelli di competenza ancora preautonomi, i livelli Cils A1 e A2 presentano strutture diversificate a seconda dei pubblici a cui si rivolgono. Mentre per i livelli per cui è prevista l’autonomia comunicativa la struttura del certificato è uniforme e prescinde dal pubblico a cui si rivolge (17), proprio in virtù del fatto che il pubblico interessato deve essere comunicativamente autonomo, i livelli A1 e A2, che testano una competenza preautonoma, presentano una struttura diversificata a seconda del pubblico con cui si trovano ad interagire. [continua]

Note

(1) Per autonomia comunicativa si deve intendere la capacità di un apprendente straniero di interagire con i nativi ponendosi con una propria identità e progettualità, cioè la capacità di interagire alla pari con i nativi. Un esempio di autonomia comunicativa è la capacità di farsi capire, usando le parole e non i gesti, attraverso perifrasi, sinonimi ecc., anche se ad un certo punto manca la parola precisa per esprimere un determinato concetto. torna al testo
(2) Cfr. Vedovelli (2002a), pag. 168. torna al testo
(3) Cfr. Barni (2001), pag. 187-188. torna al testo
(4) Cfr. Consiglio d’Europa (2001), pag. 183. torna al testo
(5) "La valutazione certificatoria è tarata su parametri di competenza linguistico – comunicativa esplicitati in rapporto a contesti sociali generali di scambio comunicativo". Cfr. Vedovelli (2002b), pag. 190.torna al testo
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(6) Cfr. Barni (2001), pag. 189
. torna al testo
(7)
Grazie a questa legge la Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri di Siena assume il nome di Università per Stranieri di Siena. torna al testo
(8)
Un altro passaggio cruciale per le certificazioni di italiano come L2 è rappresentato dalla definizione, nel 1998, di un Sistema Coordinato delle Certificazioni dell’Italiano per Stranieri. Tale sistema, definito dal Ministero degli Affari Esteri con le Università per Stranieri di Siena per il certificato Cils, con l’Università per Stranieri di Perugia per il Celi e con la Terza Università di Roma per il certificato IT, fa interagire una serie di figure professionali o di studio, con i profili linguistici che sono necessari per svolgerli e il livello di competenza che ogni ente certificatorio indica necessario possedere per poter svolgere tali compiti. In tale maniera i certificati esistenti per l’italiano L2 divengono immediatamente comparabili in base a criteri trasparenti. torna al testo
(9) Cfr. Vedovelli (1998), pag. 5. torna al testo

(10)
Cfr. Vedovelli (1998), pag. 33. torna al testo
(11)
Cfr. Barni - Villarini (2001), pag. 73 e Vedovelli (2002a), pag. 68. torna al testo
(12) In tale senso, l’elaborazione certificatoria diventa un luogo dove si scontrano e trovano una sintesi le ragioni dell’essere (lo sviluppo della competenza linguistica secondo gli stadi individuati dalle ricerche di linguistica acquisizionale) e quelle del dover essere (lo stato che la competenza deve avere se vuol essere funzionale alle ragioni della comunicazione e dell’interazione sociale). Ciò significa che una certificazione non esaurisce la propria funzione semplicemente indicando gli stadi che la competenza assume naturalmente nel processo di evoluzione, ma deve anche essere in grado di esplicitare le caratteristiche che la competenza deve avere se vuole essere funzionale in determinati contesti sociali (cfr. Vedovelli (2001), pag. 83-85). Nel produrre i tagli definitori dei singoli livelli è pertanto necessario tenere presente, da un lato le sequenze acquisizionali della competenza linguistica, così come sono definite dagli studi di linguistica acquisizionale, e, dall’altro, un modello di azione sociale comunicativa, che definisce il dover essere, cioè i tratti che la competenza deve avere per essere ottimale in rapporto a determinati contesti linguistici. È nello scontro–sintesi tra queste due istanze che viene definita la spendibilità sociale di una certificazione.
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(13) È bene notare che il candidato può raggiungere il punteggio di 55/100, ma non superare il livello Cils per il quale si era presentato, perché condizione necessaria, per ogni livello Cils, per poter ottenere il certificato è quella di raggiungere la sufficienza in ogni abilità testata. Se anche solo una delle 5 abilità testate è insufficiente non è possibile ottenere il certificato. torna al testo
(14) La denominazione originaria dei due livelli era Pre – Cils. Tale denominazione è stata adottata nella fase sperimentale del progetto, in cui il centro Cils rilasciava, per i livelli A1 e A2, solamente un attestato. Successivamente i due livelli A1 e A2 sono diventati parte integrante dell’offerta certificativa dell’ateneo senese ed hanno assunto la denominazione Cils A1 e A2. Per maggiori informazioni sui due nuovi livelli del certificato Cils rimandiamo a AA.VV. (2003)
.torna al testo
(15) Cfr. Consiglio d’Europa (2001), pag. 24. torna al testo
(16) I moduli relativi ai livelli Cils A1 e A2 svolgono anche due ulteriori funzioni: da un lato sono utili a descrivere le caratteristiche strutturali dell’interlingua dell’apprendente (cfr. Giacalone Ramat 1993) e dall’altro sono un utile strumento per gli insegnanti che guidano la formazione dell’apprendente, perché permettono di evidenziare gli aspetti da rafforzare con interventi didattici mirati. Cfr. AA.VV. (2003), pag. 75. torna al testo
(17) Per le motivazioni che hanno spinto a mantenere uniforme la struttura del certificato Cils anche in presenza di una forte fetta di pubblico costituita da immigrati, rimandiamo a Vedovelli (2000), pag. 47 – 49. torna al testo

 

© Didattica & Classe Plurilingue 2002-03

Bollettino realizzato con il contributo del Quartiere 5 del Comune di Firenze