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Lofferta
certificativa del Centro Cils dellUniversità per Stranieri di Siena
Alessandro Pallassini [torna alla prima parte]
Quando lapprendente ha una competenza che gli
garantisce di essere autonomo nella comunicazione, è possibile parlare di lui, come del
resto fa il Framework, in maniera indifferenziata, prescindendo dalle proprie
caratteristiche peculiari; a questa filosofia si ispirano del resto anche i Livelli 1
4 della certificazione Cils. Ma se il processo di apprendimento è appena iniziato,
lapprendente sviluppa processi comunicativi che gli permettono di gestire solo
alcuni processi di scambio comunicativo, dovendo ricorrere, sovente, ad aiuti di tipo
esterno (mediatori ecc.) che facilitino la comunicazione.
È bene notare che il progetto del
centro di certificazione Cils dellUniversità per Stranieri di Siena si muove lungo
una linea di continuità/discontinuità rispetto alle indicazioni del Consiglio
dEuropa. Se da una parte, infatti, la realizzazione di due nuovi livelli
certificatori risponde allesigenza di uniformare la certificazione senese ai sei
livelli proposti dal Quadro Comune Europeo, dallaltro lato i moduli Cils A1
e A2 si distaccano dal Framework per quanto riguarda la
realizzazione operativa. Infatti le elaboratrici dei due nuovi livelli dellateneo
senese sono partite dalla considerazione che nel Quadro Comune i descrittori,
relativi ai domini duso dei singoli livelli, sono volutamente troppo generici;
questo aspetto, coerente con lapproccio comunicativo del Framework,
rappresenta, tuttavia, anche un elemento di debolezza del documento stesso, perché la
voluta genericità nella descrizione degli indicatori comporta limpossibilità di
parametri omogenei e condivisi, lasciando ai singoli enti il compito di interpretazione
degli stessi (18). Inoltre, il Quadro Comune sembra non considerare con la
dovuta attenzione la differenza fondamentale che intercorre tra un utente
comunicativamente autonomo e uno che non ha ancora raggiunto lautonomia
comunicativa, non marcando strutturalmente la differenza che intercorre tra un utente
basico (livello A) e un utente che ha già raggiunto un livello di competenza autonoma. Da
ciò consegue che lutente individuato per il livello basico rimane un utente
astratto; se questo può andar bene per i livelli in cui è già stata raggiunta
lautonomia comunicativa, certamente non risulta adeguato per quei livelli, come
lA1 e lA2, in cui lautonomia comunicativa non è
ancora stata raggiunta. In questi casi, ed è questa lipotesi che gli estensori dei
livelli Cils A1 e A2 dellUniversità per Stranieri sostengono,
occorre individuare tutti i fattori che possono determinare, influenzare ed indirizzare la
competenza linguistica di un utente ad un livello prebasico e basico. Nella definizione
dei moduli precertificatori è stato, pertanto, necessario, per evitare di definire un
utente astratto inesistente nella realtà, tenere in conto i fattori che possono
influenzare la capacità comunicativa dellapprendente in una fase preautonoma.
Tali fattori possono essere
riassunti come segue:
- Fattori legati alla tipologia linguistica della L1 dellapprendente e
al suo rapporto con la L2.
- Fattori legati al contesto di apprendimento: approcci o metodi utilizzati, tempo
dedicato allo studio della L2.
- Fattori legati al contesto di apprendimento (19):
contatto che lapprendente ha con la L2;
- Fattori di tipo socio-linguistico: età, sesso, condizione socioculturale,
istruzione, motivazione.
Sulla base dei fattori esposti sono
stati definiti i pubblici potenziali dei livelli Cils A1 e A2,
tenendo conto del fatto che linterlingua sviluppata da un apprendente immigrato in
Italia è differente, per esempio, da quella di un apprendente orientale che impari
litaliano nel proprio paese di origine. In base a queste considerazioni sono stati
identificati quindici differenti profili definitori dei pubblici potenziali della Cils A1
e A2 (20).
A partire dai dati relativi ai pubblici potenziali
e ai loro profili sono stati sviluppati moduli certificatori differenziati a seconda della
tipologia dellapprendente.
Ad oggi, sono stati creati moduli
certificatori Cils A1 e A2 specifici per: immigrati adulti, che
vivono in Italia e che frequentano i corsi di italiano organizzati dalle associazioni di
volontariato, dai Centri Territoriali Permanenti, da Comuni, Provincie, Regioni e altre
strutture pubbliche e private; per bambini, figli di immigrati in Italia, di età compresa
tra i 6 e gli 11 anni, inseriti nella scuola di base italiana; per ragazzi, figli di
immigrati in Italia, di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, inseriti nella scuola di
base italiana; per giovani studenti di origine italiana (2a 3a
4a generazione) che vivono in paesi stranieri (Argentina, Australia,
Brasile, Canada, Stati Uniti ecc.) e che frequentano corsi di lingua e cultura organizzati
nellambito delle scuole, dagli Istituti Italiani di Cultura e da Associazioni di
italiani allestero; per ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 15 anni, figli di
immigrati italiani allestero (1a 2a generazione) che
vivono in paesi stranieri (Belgio, Germania ecc.); per giovani e adulti che vivono in
paesi dove si parlano lingue tipologicamente molto lontane da quella italiana (Cina,
Giappone ecc.) (21).
Questa particolarità, vale a dire la pluralità di
offerte certificatorie espressamente elaborate a partire dalla tipologia dei potenziali
destinatari, distingue i due nuovi livelli Cils sia dalla struttura generale della Cils,
sia da quella di certificati come il Celi che, pur prevedendo un livello analogo al
livello A2 del Quadro Comune Europeo, si rivolgono ad un pubblico
indifferenziato.
È tuttavia utile notare che i
moduli della Cils A1 e A2 si pongono, rispetto allimpianto
generale della certificazione Cils, in un rapporto di continuità/discontinuità.
Lelemento di discontinuità è rappresentato, come abbiamo schematicamente riassunto
in precedenza, dallelaborazione di moduli diversificati a seconda dei pubblici
potenziali a cui si rivolgono, mentre lelemento di continuità è da ricercare nel
concetto di lingua che la Cils A1 e A2 ha in comune con la struttura
generale della certificazione Cils. In tal senso, anche per i livelli A1 e A2,
vale il concetto di competenza linguistico-comunicativa come continuum evolutivo di
sistemi provvisori di varietà interlinguistiche (22). Nel caso dei livelli A1 e
A2, i due estremi si articolano allinterno di un continuum che ha
come polo iniziale una competenza comunicativa zero o quasi zero, mentre al polo opposto
si colloca lo stato della raggiunta autonomia comunicativa. Per quanto riguarda i due
livelli Cils A1 e A2, questi si collocano in una posizione più
orientata verso lautonomia comunicativa, pur rimanendone comunque al di sotto; il
livello A1 rappresenta pertanto lo stadio dellinizio
dellapprendimento, mentre il livello A2 è quello in cui si sviluppa la
competenza (23).
Tuttavia un ulteriore elemento di
discontinuità si palesa analizzando la struttura interna del certificato e il
"peso" che le singole abilità hanno sul totale del livello di certificazione.
Se per i Livelli Uno Quattro della Cils, le cinque abilità testate hanno un peso
identico sul totale del certificato, per i due nuovi livelli Cils A1 e A2
lincidenza delle singole prove non è sempre uguale. I motivi di questa scelta
derivano dalla considerazione del fatto che in una fase iniziale dellapprendimento e
per determinate categorie di apprendenti è di vitale importanza comprendere e farsi
comprendere privilegiando nella comunicazione il canale orale piuttosto che quello scritto (24). In base a questi criteri, per i moduli specifici per gli
immigrati, vengono privilegiate le abilità di comprensione e di produzione orale. Sempre
per le stesse categorie di pubblici è stato scelto di non testare la competenza
metalinguistica, perché si presume che per i contesti duso e di apprendimento o per
letà queste categorie non possono aver sviluppato la capacità di riflettere sulla
lingua e sulle sue strutture (25).[vedi tabella]
1.4 Alcuni dati statistici
Come abbiamo detto in precedenza i due livelli Cils A1 e A2
svolgono un ruolo principalmente di rafforzamento della motivazione a procedere nel
percorso di apprendimento, tuttavia alcuni dati relativi alla diffusione di questi due
livelli tra gli apprendenti mostrano che essi hanno assunto una valenza strumentale
maggiore di quella che, forse, era nelle previsioni. Infatti dai dati relativi alla
sessione di giugno 2003, possiamo ricavare che poco meno del 10% del totale dei candidati
Cils ha optato per uno dei due livelli "preautonomi", dato questo che testimonia
che i due livelli preautonomi non svolgono affatto un ruolo marginale nellofferta
certificativa del Centro Cils. Ancor più interessante è, però, rilevare
lincidenza percentuale dei candidati che hanno sostenuto uno dei due livelli in
Italia sul totale dei candidati che si sono sottoposti allesame Cils A1 e
A2. Da questi dati risulta infatti che oltre il 40% dei candidati ha svolto
lesame in una sede italiana. Supponendo che, per buona parte, questi candidati siano
immigrati che risiedono in Italia possiamo concludere che la scelta di creare un apposito
modulo per gli immigrati nel nostro paese è risultata essere una scelta giusta, che ha
saputo destare lattenzione di una parte del pubblico degli immigrati, i quali per
differenti motivi ma, probabilmente, soprattutto per il fatto di essere arrivati da poco
in Italia, non sono ancora in grado di affrontare un livello per cui è richiesta
lautonomia comunicativa. In questo senso anche i livelli A1 e A2 assumono,
in Italia, una propria peculiare spendibilità sociale che probabilmente è superiore a
quella che i medesimi livelli hanno allestero.
1.5 Conclusioni
Da quanto sostenuto in precedenza è possibile concludere che la nascita e lo sviluppo
delle certificazioni di italiano come L2 rappresenta un patrimonio per la
nostra lingua che è uscita progressivamente, anche grazie alla presenza degli strumenti
certificatori, dal recinto di pura lingua di cultura, per assumere sempre più un valore
strumentale. I dati relativi ai due nuovi livelli della certificazione Cils e la
diffusione che questa nuova offerta ha tra il pubblico immigrato in Italia confermano
questa tendenza, mostrando come anche strumenti nati principalmente per rafforzare il
sistema delle motivazioni a proseguire nellapprendimento, assumano una loro
peculiare spendibilità sociale, seppure limitata rispetto a quella degli altri livelli.
In particolare lattenzione destata nel pubblico degli immigrati, che ovviamente non
si rivolgono alla nostra lingua ed a un esame di certificazione con motivazioni di
carattere culturale, bensì di carattere eminentemente strumentale finalizzate alla
spendibilità lavorativa e allintegrazione sociale, testimoniano di questo mutato
interesse nei confronti della nostra lingua.
Note
(18) Cfr. AA.VV. (2003),
pag. 33. Per unanalisi critica del documento europeo rimandiamo a Vedovelli (2002a). torna al testo
(19) Per quanto riguarda i temi legati allapprendimento spontaneo di una seconda
lingua rimandiamo a Giacalone Ramat (1993) e a Giacalone Ramat in Vedovelli Massara
- Giacalone Ramat (1998), pag. 67 74. torna al testo
(20) Cfr. AA.VV. (2003), pag. 76 - 77. torna al
testo
(21) Dai quindici profili individuati sono stati
ricavati sei moduli certificatori. Questa scelta non misconosce la peculiarità dei
profili identificati, ma incentra i propri sforzi sulla definizione di moduli specifici
per quei pubblici che rappresentano le forme fenomeniche dei punti di tensione e delle
situazioni di emergenza della nostra lingua. Cfr. AA.VV. (2003), pag. 80. torna al testo
(22) Cfr. Vedovelli Massara - Gicalone Ramat (2001), pag. 84.
torna al testo
(23) Cfr. AA.VV. (2003), pag. 74. torna al testo
(24) Cfr. AA.VV. (2003), pag.
241. torna al testo
(25) Cfr. AA.VV. (2003), pag.
235 - 236.torna al testo
Bibliografia
AA.VV. (2003) Valutare e certificare litaliano di stranieri. I livelli iniziali, Perugia,
Guerra Edizioni.
M. Barni (2001) Le certificazioni di italiano in P. Diadori (a cura di) Insegnare
italiano a stranieri, Firenze, Le Monnier, pag. 187-198.
M. Barni A. Villarini, (2001) (a cura di) La questione della lingua per gli
immigrati, Milano, Franco Angeli.
Consiglio dEuropa (1997) Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A
Common European Framework of reference. Council of Cultural Co-operation,
Modern languages, Strasbourg.
Consiglio dEuropa (2001) Modern Languages: Learning, Teaching, Assessment. A
Common European Framework of reference. Modern Languages Division, Strasbourg,
Cambrige, Cambrige University Press.
M. Vedovelli (2000) La funzione di una certificazione: specificità migratoria vs.
generalità della competenza, in Percorsi. Rivista di educazione degli adulti, XIII:
47-49.
M. Vedovelli (2001) Certificare a scuola e con la CILS, in M. Barni- A. Villarini
(a cura di) La questione della lingua per gli immigrati, Milano, Franco Angeli.
M. Vedovelli - S. Massara - A Giacalone Ramat (2001) Lingue e culture in contatto.
Litaliano come L2 per gli arabofoni, Milano, Franco Angeli.
M. Vedovelli (2002a) Guida allitaliano per stranieri, Roma, Carocci.
M. Vedovelli (2002b) Litaliano degli stranieri. Storia attualità e prospettive. Roma,
Carocci.
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