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Il
Portfolio europeo delle lingue: un compagno di viaggio
Maria Pia Pieri
L'unico
vero viaggio di esplorazione non consiste nell'andare in posti nuovi ma nell'avere altri
occhi" (M. Proust)
Dal
Consiglio d'Europa al Quadro al Portfolio
Alcune parole iniziali sul contesto in cui è nato il Portfolio europeo delle lingue
appaiono funzionali: Il consiglio dEuropa (CdE) è un organizzazione
intergovernativa con sede a Strasburgo il cui scopo principale è rafforzare lunità
europea nel rispetto della dignità di tutti i popoli che ne fanno parte. Tra i suoi
obiettivi: promuovere una cittadinanza europea consapevole e la reciproca comprensione tra
popoli di differenti lingue e culture.
In questo contesto il CdE
1. ha elaborato il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento,
insegnamento, valutazione (spesso conosciuto come Framework o Cadre
dagli addetti ai lavori), risultato ultimo dei lavori degli anni 95/97, ma frutto
anche dei primi studi e ricerche degli anni 70 (dal Threshold Level
allanalisi dei bisogni, ai sillabi nozionali funzionali), e della pubblicazione del
libro bianco del 95 sulla "società conoscitiva" e sullapprendimento
delle lingue europee come mezzo per lo sviluppo di una personalità più ricca e più
aperta perché plurilingue e pluriculturale.
2. ha coordinato e coordina lelaborazione e lattivazione del Portfolio
europeo delle lingue, un documento personale, un diario di apprendimento con
cui si vogliono incoraggiare e portare a livello di consapevolezza gli apprendimenti
linguistici e culturali, le esperienze interculturali, gli obiettivi propri di alunni,
studenti, apprendenti adulti.
Sia il Quadro che il Portfolio sono
frutto della concezione dellapprendimento come un processo da costruire
consapevolmente e autonomamente, per tutta la vita.
Alla base del Quadro cè il concetto
forte di comunicazione dialogica, di opportunità di scambio e di confronto tra
"utenti" della scuola e scuole e paesi diversi e, soprattutto, cè la
volontà di riflettere e far riflettere sui bisogni di chi apprende una lingua. Si tratta
di un lavoro complesso e articolato che, con la sua impostazione teorico-culturale,
sostiene e prepara lattivazione del Portfolio europeo delle lingue.
Il Portfolio europeo
delle lingue (PEL)
Un Portfolio è una testimonianza, un documento/strumento personale che attesta la
conoscenza, in continua evoluzione, delle lingue e delle relative culture oggetto di
apprendimento, ma che documenta anche le esperienze interculturali di chi lo attiva, lo
agisce, del titolare, cioè, del PEL. Questa la definizione ufficiale, ma cè
molto di più da osservare (1).
Ideato dal CdE nelle sue linee guida, un Portfolio
può essere realizzato con sfaccettature, attenzioni e soluzioni grafico/editoriali
diverse, spesso frutto di sperimentazioni estese, ma sempre allinterno dei parametri
e della filosofia del Consiglio che lo deve approvare e ne vuole garantite le due funzioni
cardine: linformativa e la formativa.
Per documentare queste funzioni il PEL si
basa sui livelli di competenza linguistica o meglio sul sistema linguistico, comunicativo,
socio-culturale descritto nel Quadro, adattato al contesto di lavoro e alle varie
fasce di età a cui è destinato. Così alcuni tra i PEL approvati hanno spesso
modificato gli indicatori, hanno aggiunto pagine per la riflessione metacognitiva, hanno
insistito maggiormente sullindividuazione delle strategie utilizzate e sui processi
intrapresi, e soprattutto su attività di autovalutazione, valorizzandone maggiormente la
funzione formativa specialmente per la scuola di base. Funzione forse meno evidente e
presente allinizio dellelaborazione europea, quando sembrava prevalere
laspetto informativo, certificativo, più funzionale al concetto di mobilità tra
stati membri. Il PEL vale per tutte le lingue, compresa a lingua madre del
titolare, e utilizza generalmente questultima per la riflessione e la sua
compilazione.
La struttura di un Portfolio
Un Portfolio è composto da tre parti: il passaporto, la biografia linguistica, il
dossier, e può accompagnare ragazzi e ragazze dai 9 ai 15 anni, dai 16 anni in avanti
fino alletà adulta (uno dei primi PEL approvati riguarda infatti questa
fascia di età), ma ne esistono anche bozze indicative del CdE che coprono la fascia di
età dai 4 agli 11 anni nonché esemplari ampiamente sperimentati per la scuola elementare
sia in Italia che allestero. (Ho fatto riferimento alla prima fascia di età perché
i relativi PEL sembrano essere quelli più diffusi nelle nostre scuole e hanno e il
vantaggio della continuità di impostazione).
Lanalisi della struttura del PEL ci
permette di passare dal "cosa" al "come", e nello stesso tempo di
sottolinearne tutta la valenza come compagno di un viaggio di esplorazione, con soste,
osservazioni, riflessioni e acquisizione di consapevolezze.
Il passaporto
Vuole essere/è il resoconto aggiornato, ma in continua evoluzione, delle esperienze e
competenze linguistiche,e culturali e interculturali più significative; documenta le
qualifiche formali, i certificati, i diplomi, ma riporta anche le autovalutazioni del
titolare secondo i sei parametri indicati dal Quadro, da elementare a avanzato.
Il Passaporto è la parte di sintesi, ufficialmente
la prima (anche se alcuni PEL più centrati sulla funzione formativa, possono
posporla); si presenta spesso sotto forma di libretto allegato; è, in sostanza, la parte
più burocratica/amministrativa, facile da mostrare per evidenziare i traguardi raggiunti,
importante per gli studenti più grandi, per gli adulti, laddove il Portfolio serve
per mobilità tra scuole, per istruzione superiore, per lavoro.
La biografia linguistica (o profilo linguistico)
È la componente centrale, quella che documenta le tappe dei propri apprendimenti
linguistici, culturali, interculturali, che narra la storia delle proprie
esperienze formali e informali, dei propri viaggi nelluniverso delle lingue e delle
culture, e che, mentre narra questa storia, aiuta a chiarirla, a se stessi prima di tutto
e poi agli altri. Grazie a questa documentazione/narrazione ognuno può:
- chiarire e chiarirsi i percorsi fatti;
- valutare i propri risultati, cioè autovalutarsi e auto-orientarsi;
- porsi il problema degli obiettivi futuri ("Ho fatto questo, vorrei fare
questaltro
");
- fare scelte e decidere azioni;
- migliorare la propria capacità di saper apprendere, cominciando a riconoscere i propri
stili e strategie di apprendimento ( "come ho fatto fino a ora, cosa mi ha
aiutato, come imparo meglio, posso provare qualcosa di diverso?
"),
con il PEL che, da mezzo per documentare risultati, diventa strumento di
metacognizione, di osservazione di processi, di mezzo per "imparare a imparare";
- e, soprattutto, riflettere su quanto di cambiamento e di ricchezza gli incontri con
altre realtà e persone hanno prodotto, avviandosi così sulla strada di quelle
consapevolezze interculturali tanto più necessarie oggi quando il consumismo
"esotico" porta più allaccumulo meccanico di esperienze che alla
riflessione e comprensione di sé e degli altri.
Il dossier: la terza parte del PEL
È la parte più vicina alluso che spesso si fa della parola "portfolio"
(un po inflazionata recentemente) come book o collezione personale di lavori. Ciò
che usano le modelle, i fotografi, gli artisti per dimostrare le proprie capacità e
competenze
È infatti un raccoglitore e una collezione
personale di lavori significativi, cartacei, multimediali che illustrano/documentano le
esperienze, i risultati, le competenze raggiunte e anche le preferenze del titolare del PEL.
Sono scelte personali di cui però è importante indicare il perché, e il come ... Si
può narrare come il "prodotto" è nato e si è realizzato: se lavoro
individuale, di coppia o di gruppo; da quale esperienza proviene: se spontanea, personale
o richiesta a scuola; a quale livello si pone: in progress o di stesura finale, sono
comunque scelte che vanno motivate e che devono seguire criteri condivisi.
Nel PEL generalmente è allegata una scheda,
un indice, che riporta le scelte fatte e le ragioni di tali scelte. Il contenitore invece
dipende dal tipo di documentazione: può consistere in una cartellina, una scatola, un
raccoglitore a anelli, un cd... È la parte più creativa e spesso coinvolgente per gli
studenti, già utilizzata in varie esperienze in Italia e molto spesso allestero in
paesi di tradizione anglosassone.
In sintesi il PEL è strumento semplice ma
alternativo a tanta didattica ancora tradizionale, valorizza gli sforzi di chi apprende,
accrescendo così motivazione e autostima; è strumento di pensiero riflessivo e di
partecipazione attiva e consapevole, rappresenta una via per la responsabilizzazione
personale. Il saper essere e il saper apprendere possono trovare una risposta qui.
E non si può non sottolineare quanto tutto questo
sia importante oggi per le classi plurilingue, con alunni che vengono da lontano, di cui
spesso si sa poco e che hanno bisogno di strumenti diversi per farsi conoscere, per
comunicare a sé e agli altri.
Le implicazioni per gli insegnanti e
i
rischi
È stato detto che il PEL costituisce unagenda per promuovere una discussione
continua sullapprendimento e sulla sua natura. Sembra opportuno sottolineare che è
anche unagenda per promuovere una discussione sullinsegnamento. E qui
linvito agli insegnanti a "farsi" il proprio Portfolio con
attenzione speciale alle pratiche didattiche e alle metodologie scelte, attivate,
modificate, ai propri stili e strategie, agli incontri e alle scoperte fatte in corso
dopera. Uno strumento come questo può essere di forte impatto
sullinsegnamento, ma anche di sostegno. Forse mettere in discussione alcune certezze
o meglio prassi e consuetudini, porsi la sfida di una valutazione alternativa, chiedersi
se privilegiare la quantità o la qualità, chiedersi se fermarsi a riflettere sulle
proprie modalità di insegnamento per gli insegnanti, di apprendimento per gli studenti,
è tempo perso o acquistato, quando il tempo sembra mancare sempre
può essere utile
e può rappresentare una strada per lindividualizzazione e lautonomia di cui
tanto si è parlato.
Se non altro, lattivazione di un Portfolio
(accompagnata dallanalisi del Quadro) aiuta gli insegnanti a:
- capire meglio i bisogni e gli scopi degli studenti;
- ottenere informazioni utili sui loro percorsi di apprendimento;
- negoziare obiettivi e metodologie rendendo motivante il contratto formativo;
- valutare lefficacia del curricolo;
- valutare azioni, prodotti e processi in modo diverso, intersoggettivo;
- comunicare più facilmente e efficacemente con lesterno.
Ma ci sono alcune condizioni necessarie.
Lavorare con un PEL vuol dire "crederci" e aver già attivato un
approccio strategico-riflessivo, come parte integrante del proprio insegnamento, o volerlo
fare: aver, cioè, attivato una pratica didattica basata sulla riflessione, sui perché e
i come, sulle domande più che sulle risposte, vuol dire non solo condividere obiettivi e
percorsi ma soprattutto coinvolgere attivamente nelle decisioni.
Vuole anche dire procedere a piccoli passi ma
sistematicamente, nellosservazione utilizzando quei mezzi che spesso sono propri
della ricerca-azione: piccole note, diari brevi, schede/questionari di gradimento, e
domande che non riguardano solo i risultai ma anche il "sentire" degli allievi.
Vuol dire evitare di usare il Portfolio
come un eserciziario, e evitare di pensare che quando lautovalutazione
effettuata dei ragazzi corrisponde alla valutazione dellinsegnante i giochi siano
fatti
Non si nasce autovalutatori, nessuno, anche questo è un processo e un
percorso da compiere insieme. Il PEL può diventarne la bussola che indirizza,
aiuta e in questo viaggio sviluppa motivazione e autostima (2).
Note
(1) Mi scuso fin da ora per il
linguaggio spesso sessista. torna al testo
(2) Lo stato dell'arte. I tipi
di PEL italiani approvati e reperibili sono attualmente 4; il formato più comune
è quello di un quaderno a anelli a cui si possono aggiungere altre pagine, per varie
lingue, compresa la propria lingua 1, e per attività anche diverse purché coerenti con
le funzioni del documento.
Il primo di questi è spesso considerato europeo più che italiano ed è dovuto a una
scuola e a una associazione di insegnanti europei, il cui coordinatore, che fa parte del
CdE, vive e lavora ormai in Italia a Trieste da parecchi anni. È il PEL destinato
a studenti dai 16 anni in poi e agli adulti, che mira soprattutto a una funzione
informativa e certificativa e sottolinea tutto ciò che può spingere verso il concetto di
cittadinanza europea.
Sono poi stati approvati negli anni dal 2000 al 2002 tre PEL a cura di varie
Direzioni scolastiche regionali: uno dalla direzione del Piemonte per la scuola elementare
con un formato particolare, attraente al primo impatto, risultato efficace e efficiente
alla sperimentazione attuata, ma che a alcuni insegnanti sembra porre qualche problema di
utilizzo pratico Gli altri due, a cura delle Direzioni dell Umbria e della Lombardia
e pubblicati da due case
editrici, seguono il formato standard, con alcune differenziazioni interne e con diversa
impostazione grafica. Tutti e due focalizzano strategie e modalità di apprendimento: il
primo è stato approvato dopo due anni di sperimentazione con 50 insegnanti umbri,
(progetto poi allargato in rete fino a includere circa 250 insegnanti); il secondo è in
via di sperimentazione, o meglio è stato sperimentato nellanno scolastico 2002/3 da
circa 7000 alunni. Piemonte e Lombardia stanno inoltre realizzando una sorta di scambio di
Portfolio per cui le classi coinvolte sono in forte aumento. Esiste anche un PEL
a livello universitario, in Calabria, ma su cui non sembrano esserci al presente molte
indicazioni.
Ogni PEL approvato è corredato da guida, da indicazioni metodologiche, molto
ricche di spunti operativi e da schede per lautovalutazione correlate ai descrittori
del livelli di competenza del Quadro.
Per quanto riguarda lEuropa, se i miei dati sono giusti, ci sono circa 32 prodotti
in atto con circa 300.000/400.000 alunni coinvolti e 10 in via di accreditamento; il
numero maggiore riguarda la scuola primaria, poi la fascia della scuola media. Chi vuole
che un proprio Portfolio sia approvato, dopo averlo sperimentato, può chiederne
lapprovazione al CdE che ha definito "Le regole per
laccreditamento", e che generalmente assolve a questo impegno due volte
lanno. torna al testo
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